Quattro agenti penitenziari sono finiti in pronto soccorso dopo i disordini scoppiati nella giornata di lunedì tra le mura del carcere di Cerialdo. All’origine di tutto, secondo quanto riferisce il sindacato di polizia Osapp, ci sarebbe l’aggressione a un detenuto da parte dei membri di una “fazione” rivale, formata da carcerati di origine magrebina.
Sarebbe stata questa la miccia della successiva reazione di altri reclusi, che hanno rifiutato di rientrare nelle celle e minacciato le guardie intervenute per calmare gli animi. L’azione di contenimento ha portato al lieve ferimento di quattro operatori, con prognosi variabili tra uno e quattro giorni.
“Il penitenziario di Cuneo è completamente dimenticato dall’amministrazione centrale” denuncia l’Osapp, rimarcando il fatto che dei quattrocento detenuti attuali circa settanta sono stati assegnati “per motivi di sicurezza, perché hanno creato disordini in altri istituti”. “Una situazione non gestibile poiché mancano sovrintendenti ed ispettori, nonché un dirigente comandante di reparto per un Istituto considerato di primo livello” spiegano i rappresentanti sindacali: a riprova di ciò si menziona il fatto che “è dovuto intervenire più volte il Gruppo Operativo Mobile della Polizia Penitenziaria che lavora all’interno del medesimo carcere per supportare i colleghi”.
“Inaccettabile il silenzio della politica e delle istituzioni per far fronte a questa dramma e a queste escalation di violenze” continuano i sindacalisti dei baschi blu, parlando di “droga, telefoni cellulari, sostanze alcoliche autoprodotte, farmaci illegali ed armi artigianali che circolano liberamente nelle sezioni, aumentando il traffico illecito e le violenze tra gli stessi reclusi”.
Al prefetto si richiede un intervento urgente “per arginare la situazione, ormai al capolinea”.