CUNEO - C'è anche un cuneese nella banda di 'trasfertisti' che saccheggiava le ville della Riviera adriatica (VIDEO)

Sei arresti sono scattati questa mattina dopo una difficile indagine della Mobile di Cuneo. Tra i capi d'imputazione l'associazione a delinquere e il furto aggravato

Samuele Mattio 10/12/2020 17:35

La Polizia di Stato, al termine di una lunga indagine iniziata a fine agosto, ha arrestato sei persone (cinque si trovano in carcere, una ai domiciliari) responsabili di diversi furti in ville e appartamenti perpetrati nelle province di Rimini e Forlì-Cesena. L’operazione, ribattezzata “Sorvegliati speciali”, è stata condotta dai poliziotti della Squadra Mobile di Cuneo con la collaborazione dei colleghi di altre Questure del nord Italia e coordinata dalla dott.sa Laura Deoato, della procura di Asti.  
 
Gli indagati, tutti di etnia sinti, sono stati fermati e tradotti in carcere questa mattina, giovedì 10 dicembre. Tra loro anche un residente nel campo nomadi di Cerialdo: si tratta di Massimiliano Bresciani, 28 anni. Gli altri arrestati sono Cristian Collufio, 30 anni di Magliano Alfieri (AT), il basista del gruppo, Lorenzo Falletta, 33 anni di Novara, uno dei più ‘intraprendenti’, Michele Vailatti di Asti, 24 anni, il ‘tecnico’ della banda e Eliks Truzzi di Rimini, 33 anni. Un sesto elemento di cui non sono state diffuse le generalità si trova ai domiciliari. Tutti loro dovranno rispondere dei reati di associazione a delinquere, furto aggravato plurimo, riciclaggio, porto abusivo di arma comune da sparo, possesso di distintivi contraffatti e resistenza a pubblico ufficiale.
 
A destare l’attenzione degli investigatori sono stati gli spostamenti degli arrestati in Emilia Romagna, dove si recavano regolarmente senza apparente motivo con auto di grande cilindrata (Audi S3, S5), con le quali sfrecciavano ad alta velocità in autostrada. Le indagini hanno portato la Squadra Mobile comandata da Pietro Nen a scoprire che le ragioni delle continue trasferte erano da ricercare nell’attività criminale dei soggetti, la cui base si trovava in provincia di Asti, a Magliano Alfieri. Il gruppo si spostava lungo la costa romagnola per compiere furti in abitazione. Il loro obiettivo erano le case di persone facoltose, da dove asportavano preziosi, orologi e contanti: “Andavano a colpo sicuro” ha spiegato il dirigente della Mobile. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori cuneesi l’operazione ha fruttato ai criminali circa 500 mila euro, arrecando ingenti danni patrimoniali alle vittime, in alcuni casi nell’ordine di 100 mila euro.
 
La banda aveva una base logistica in un cascinale isolato nelle campagne di Igea Marina, nel Riminese, dove era custodito parte del materiale necessario per portare a termine i colpi. Gli episodi contestati sono otto (ma si sospetta che quelli non accertati siano molti di più). In alcuni casi gli indagati si sono introdotti nelle abitazioni fingendosi appartenenti alle forze dell’ordine e carpendo così la fiducia dei proprietari, in altre situazioni hanno forzato porte o finestre per poi sradicare la cassaforte murata. Ogni furto era programmato nei minimi dettagli, con ripetuti sopralluoghi da parte del basista che passava informazioni ai complici, i quali a loro volta lo raggiungevano sul posto. Tra gli accorgimenti effettuati per non farsi intercettare dalle forze dell’ordine il cambio di targa delle auto e la continua sostituzione di numeri di telefono. “Criminali giovani e spregiudicati dall’elevata pericolosità sociale. - ha commentato Nen - Un conto è fare il colpo dove tutti ti conoscono, un altro è farlo dove non sei un volto noto alle forze dell’ordine. Quello dei trasfertisti è un carattere che delinea molto la caratura dei soggetti".
 
“Una delle indagini più complesse che abbiamo svolto in questi anni per l’esperienza criminale degli arrestati - gli ha fatto eco l’Ispettore Giovanni Floris -. Stiamo parlando di un gruppo molto organizzato, guardingo, che curava ogni dettaglio”. Stamattina, oltre all’emissione delle misure cautelari, sono state effettuate anche delle perquisizioni nelle abitazioni degli arrestati. Se quella in via del Passatore non ha portato che a rinvenire poche centinaia di euro in contanti, diversamente è andata in quel di Igea Marina, dove sono stati trovati 5 mila euro in contanti, preziosi e due Rolex, nonché ulteriori elementi indiziari, come gli arnesi da scasso.

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