CARAGLIO - Caraglio, rissa tra vicini a colpi di pala, bastone e falcetto: in quattro a giudizio

All’origine della zuffa tra due giovani marocchini e una famiglia italiana ci sarebbe stato un vero e proprio agguato, dopo lunghi dissidi

a.c. 14/11/2019 20:30

 
Da una parte ci sono il 60enne F.A. e il 21enne C.A., padre e figlio italiani. Dall’altra un maghrebino 48enne, M.H., con il suo amico M.A., che gli ha dato manforte nella violenta lite scoppiata con i vicini il 19 maggio 2018 a Caraglio, nella zona delle abitazioni di edilizia popolare in via Brofferio.
 
Per i due italiani si sarebbe trattato di un vero e proprio agguato perpetrato dal vicino e dal suo amico, con tanto di armi improprie - una pala e un bastone - prelevate da un cantiere. Tutto falso, obiettano i marocchini: è stato F.A. ad aggredirli con un falcetto, dopo averli insultati senza motivo con epiteti razzisti. L’unica certezza, almeno per ora, è che tutti e quattro sono finiti davanti al giudice, dove a vario titolo devono rispondere di rissa, lesioni personali sia tentate che aggravate in concorso, porto di armi improprie, resistenza a pubblico ufficiale e minacce. Un bel campionario di accuse su cui si è cercato di fare ordine interrogando i Carabinieri che erano intervenuti sul posto: i militari hanno parlato di una lunga serie di tensioni condominiali, alimentate dai rumori in casa di F.A. e C.A. e dalle proteste del vicino.
 
Al loro arrivo gli uomini dell’Arma avevano trovato il 60enne F.A. che “grondava sangue dalla testa e diceva di essere stato aggredito dal vicino e da un altro uomo”. Quando il presunto aggressore si era ripresentato, l’uomo aveva cercato a sua volta di colpirlo con una pala: “Me l’aveva tirata in testa, volevo fargliela pagare”. Subito dopo, anche un carabiniere aveva rimediato una lesione a un gomito in seguito a uno spintone assestato da M.H., che stava cercando di identificare. Padre e figlio si sono mostrati concordi nel denunciare M.H. e il suo amico come iniziatori della zuffa: i due avrebbero aggredito F.A. mentre si trovava nell’orto, prendendolo a badilate fino a fargli quasi perdere i sensi e poi ferendo il figlio C.A., accorso in suo aiuto, con il falcetto che era caduto di mano al padre. Il 60enne ha riferito di essere stato raggiunto anche da calci e pugni e di aver riportato lesioni a tre costole, mentre suo figlio ha avuto una prognosi di sette giorni.
 
Nell’udienza odierna è stato ascoltato anche il 22enne M.A., il quale ha smentito di essere arrivato sul luogo ‘armato’ insieme al suo amico M.H. e di aver dato inizio al parapiglia: “F.A. è sceso armato da casa con l’intento di ferirmi, io mi sono solo difeso. Ero passato di lì soltanto per salutare il mio amico, appena arrivato hanno iniziato a gridarmi offese razziste”.
 
Il 27 aprile 2020 verranno ascoltati i residui testi tra cui M.H., che ai militari aveva detto di essere stato ferito alla mano con il falcetto.

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