Rischio stop per il processo a carico di Annalucia Cecere, l’ex insegnante accusata di avere ucciso il 6 maggio 1996 a Chiavari (Genova) Nada Cella, segretaria del commercialista Marco Soracco. L’avvocato Andrea Vernazza, che assiste l’allora datore di lavoro della vittima, ha presentato una istanza di legittimità costituzionale.
La questione verrà formalmente affrontata e discussa il primo giorno del processo, previsto il 6 febbraio, davanti alla Corte d’Assise presieduta dal giudice Massimo Cusatti. Il pm Gabriella Dotto aveva chiesto il rinvio a giudizio per Cecere (difesa dagli avvocati Giovanni Roffo e Gabriella Martini) per omicidio volontario aggravato, e per Soracco e la sua anziana madre Marisa Bacchioni per favoreggiamento e false dichiarazioni al pm.
Il giudice Angela Nutini aveva prosciolto tutti e tre sostenendo che quanto portato dall’accusa erano meri sospetti e dicerie, con i quali non vi sarebbe stata la “ragionevole previsione di condanna” richiesta dalla nuova legge Cartabia. In appello, il collegio presieduto dal giudice Vincenzo Papillo aveva invece deciso per il rinvio a giudizio. Nel primo caso il gip Nutini aveva ampiamente motivato la sua decisione, mentre il rinvio a giudizio (come previsto dalla legge) non è stato motivato. Proprio questo aspetto, per il legale di Soracco, rappresenterebbe una incostituzionalità. Secondo l'avvocato, infatti, il rinvio a giudizio avrebbe dovuto essere motivato perché annullava una precedente sentenza di proscioglimento. La parola spetta adesso alla Corte d’Assise: nel caso in cui rinviasse alla Corte Costituzionale, il processo verrebbe sospeso.
Per l’accusa, Cecere (trasferitasi nello stesso 1996 nel Cuneese, dove tuttora risiede) avrebbe massacrato la giovane nello studio del commercialista per rabbia e gelosia, spinta dal desiderio di “accasarsi” con Soracco e convinta che la segretaria rappresentasse un ostacolo. Il commercialista e la mamma, invece, avrebbero mentito nel corso degli interrogatori resi fino a pochi mesi fa, coprendo la presunta assassina forse per evitare che si scoprisse un giro sospetto di soldi. Le indagini erano state riaperte nel 2021, grazie allo studio delle vecchie carte da parte della criminologa Antonella Pesce Delfino e dell'avvocato Sabrina Franzone.