CUNEO - Celle a ferro e fuoco, scoppia il caos nel reparto isolamento del carcere di Cuneo

Un agente è finito in ospedale, intossicato dal fumo dell’incendio. Ricoverato anche un detenuto: aveva ingoiato una forchetta e una batteria

Redazione 12/11/2023 10:17

Ancora gravi violenze nel carcere di Cuneo, dove nel tardo pomeriggio di sabato alcuni detenuti del reparto isolamento hanno messo a ferro e fuoco il reparto, distruggendo le celle. A seguito dell’incendio appiccato un agente è rimasto intossicato ed è stato trasportato in ambulanza al pronto soccorso dell’ospedale cittadino. Anche un detenuto è stato trasportato in ospedale per le necessarie cure, poiché nel corso dei danneggiamenti si era procurato lesioni, pare ingoiando una forchetta e una batteria.
 
L’episodio è stato denunciato dal sindacato di Polizia Penitenziaria Osapp, che elogia l’intervento degli agenti “immediato e professionale”. Alcuni detenuti avevano mimato il tentativo di impiccarsi con cappi rudimentali ricavati dalle lenzuola, costringendo il personale penitenziario ad accorrere per scongiurare il peggio.
 
La casa circondariale di Cerialdo è finita al centro delle polemiche per un’inchiesta a carico di 23 agenti, accusati di violenze su alcuni detenuti di origine pakistana. I poliziotti sono indagati ma restano in servizio: da parte della procura non è stata formulata nessuna richiesta di misura cautelare. Solo nelle ultime due settimane si sono segnalate due diverse aggressioni ai danni del personale. In un’occasione, un recluso aveva colpito un agente con un pugno, sempre all’interno del reparto isolamento. Il giorno successivo due detenuti avevano devastato un corridoio dopo aver rifiutato di rientrare in cella.
 
Il malcontento serpeggia non solo nella popolazione carceraria ma anche tra il personale, nonostante la presenza, dalla scorsa primavera, di un direttore nominato con incarico triennale, dopo le frequenti rotazioni di incarichi che avevano visto avvicendarsi alla guida del penitenziario ben quattro dirigenti in cinque anni. Domenico Minervini, giunto dal “Lorusso e Cotugno” di Torino, aveva denunciato già in primavera una gravissima carenza di personale: una ventina di agenti assistenti in meno rispetto alla pianta organica del 2017, precedente all’apertura del terzo padiglione. Ma soprattutto una serie di “scoperti” sui quadri intermedi: quattro ispettori a fronte dei 24 previsti, quattro sovrintendenti anziché i 37 che dovrebbero prestare servizio. Numeri inferiori perfino a quelli del carcere di Fossano, che ospita perlopiù detenuti a fine pena.
 
Le problematiche sono dovute al cambiamento di utenza, dicono fonti interne al carcere: la popolazione detenuta è sempre più spesso di origine straniera e le patologie mentali non vengono trattate in modo adeguato. “La situazione nel carcere di Cuneo come quella delle altre carceri del distretto del Piemonte è esplosiva e potrebbe portare in ogni momento ad eventi irrecuperabili” avverte il segretario dell’Osapp Leo Beneduci, parlando di una gestione “inefficace se non addirittura criminogena” dell’intero sistema carcerario. All’attuale governo si imputa di aver “addirittura mantenuto al proprio posto figure che già avevano manifestato gravi carenze con il Governo della sinistra, quali l’attuale capo del personale del Dap che non è stato in grado né di fornire risorse organiche adeguate agli istituti di pena di maggiore rischio, né di fornire strumenti di supporto e protezione adeguati per gli addetti del Corpo”. Dopo sei anni, denuncia Beneduci, non sono ancora nemmeno state aggiornate le insegne delle uniformi del corpo: la presenza di “figure inadeguate e inamovibili presso l’Amministrazione penitenziaria centrale da almeno un quinquennio” è definita “caso unico e realmente ‘sospetto’ nel panorama delle forze di Polizia italiane”.

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