CUNEO - Cessione di droga alla figlioccia minorenne, assolto un pregiudicato

L’uomo era accusato di aver ceduto marijuana alla ragazzina mentre era ai domiciliari. Contro la giovane aveva testimoniato sua madre: ‘Ha inventato tutto’

a.c. 11/11/2020 19:17

 
C’è un quadro familiare problematico dietro alla vicenda che ha portato a processo un uomo, già condannato per spaccio verso minori, con l’accusa di aver ceduto sostanze stupefacenti alla figlioccia.
 
Le contestazioni risalgono al maggio dello scorso anno. All’epoca l’imputato, residente in un piccolo centro della Granda tra Cuneo e Mondovì, era sottoposto agli arresti domiciliari. Ad accusarlo la figlia della sua convivente, la cui custodia era contesa tra la madre e il padre: secondo quanto affermato dalla ragazzina, ascoltata in audizione protetta, il patrigno le avrebbe “girato” più di uno spinello.
 
In aula la madre dell’adolescente ha smentito tutto, sostenendo che si trattasse di una semplice “vendetta” ispirata dall’ex marito e di un tentativo di richiamare l’attenzione. Il pubblico ministero Anna Maria Clemente però si è mostrata di diverso avviso, formulando una richiesta di condanna di due anni e due mesi: “Sicuramente la situazione emersa è problematica così come i rapporti con la famiglia, ciò non toglie che alla base delle sue dichiarazioni ci sia una verità: la ragazza ha descritto molto bene le ripetute cessioni di droga senza con ciò nascondere le sue difficoltà”.
 
L’avvocato Alessandro Ferrero, difensore dell’imputato, ha invece insistito sul fatto che dalle indagini non fosse emersa alcuna prova di fatto oltre a quella testimonianza: “Nessuno afferma che l’adolescente sia una consapevole calunniatrice, ma si è trovata ad affrontare le problematiche tipiche della sua età in una famiglia disastrata e in un clima di ‘guerra’ tra i genitori. Facile per lei riversare queste accuse su un uomo che ha conosciuto mentre era agli arresti domiciliari per vicende analoghe”. Le perquisizioni a carico dell’accusato avevano comunque dato esito negativo e del resto, ha aggiunto l’avvocato, “in quel periodo era attenzionato anche perché attendeva una condanna: per lui sarebbe stato impossibile procurarsi degli stupefacenti senza che le forze dell’ordine se ne accorgessero”.
 
Il giudice Alice Di Maio ha infine assolto l’imputato perché il fatto non sussiste.

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