CUNEO - Colpo di scena nel giallo del Modigliani venduto al ‘signor Alpitour’

Il gallerista Quiriti è accusato di aver ceduto un falso a Guglielmo Isoardi. A dirimere la controversia sarà forse chiamato il massimo esperto delle opere di Modì

in foto: Amedeo Modigliani

a.c. 01/10/2021 12:00

 
Firme disconosciute, quadri ricomparsi dal nulla e colpi di scena. Il “giallo del Modigliani” in corso davanti al tribunale di Cuneo sembra uscito dalla penna di Agatha Christie, solo che anziché un cadavere al centro dell’azione c’è un’opera d’arte: una testa di donna disegnata a carboncino e attribuita, appunto, nientemeno che ad Amedeo Modigliani.
 
La controversia giudiziaria in realtà prende le mosse da un’altra opera, un “Bronzo con buchi” venduto come scultura originale di Lucio Fontana e rivelatosi falso. Il compratore, l’ex patron di Alpitour Guglielmo Isoardi, afferma di averlo pagato 25mila euro nell’ormai lontano 2005. Colui che gliel’aveva venduto era un noto gallerista ed esperto d’arte cuneese, Fabrizio Quiriti, a lungo titolare della galleria Il Prisma. Dopo la scoperta del falso, avvenuta nel 2016, i due avevano concordato un risarcimento sotto forma di cessione da parte del mercante d’arte di una decina di tele da lui possedute: sei quadri dell’artista locale Pier Giuseppe Imberti, due della pittrice sudafricana Esther Mahlangu, un dipinto di Aldo Mondino e il menzionato Modigliani. Il tutto avrebbe dovuto coprire la cifra di 50mila euro ma Isoardi sostiene di aver appurato, grazie a una perizia, che il valore effettivo di quei quadri non superava gli 8mila euro: “Il nostro consulente non ha potuto trovarne corrispondenza in nessuno dei tomi del Catalogue raisonné di Modigliani” ha affermato in tribunale il rappresentante della società cui si era rivolto Isoardi, per scoprire se il presunto Modì fosse o meno attribuibile per davvero al geniale artista livornese.
 
Nel corso dell’ultima udienza Quiriti, denunciato per truffa dall’imprenditore, ha raccontato al giudice la sua versione dei fatti: “Ho gestito Il Prisma dal 1975 al 2001, poi sono divenuto un semplice dipendente. In questa veste nel 2005 ho venduto la scultura di Fontana a Isoardi per 22mila euro, praticando uno sconto non richiesto. Quando ho saputo che si trattava di un falso mi sono comunque offerto di cedergli quadri per un valore di 50mila euro: un beau geste nei confronti di un compratore con cui avevo in ballo affari per milioni”. Era stato lo stesso Isoardi, sottolinea l’imputato, a scegliere le opere in base al proprio gusto: “Isoardi è uno dei principali collezionisti di Imberti e ha scelto quadri realizzati in un certo periodo creativo che mancava alla sua collezione. Conosce anche il valore della Mahlangu, i cui dipinti nelle aste hanno una stima di base intorno ai 4500/5500 euro, sebbene l’esperto di parte civile li abbia valutati la metà”.
 
Quanto al Modigliani, Quiriti ha ribadito di non credere che il disegno sia un falso: “Modigliani era un disegnatore compulsivo, produceva un’infinità di copie che alla sera cercava di rivendere nei ristoranti e realizzava anche ritratti al momento. Quel quadro da solo vale più dei 50mila euro pattuiti e Christian Parisot, il curatore degli Archivi Modigliani, mi ha assicurato che sarebbe stato pubblicato nel quinto tomo del suo Catalogue raisonné”. Il critico d’arte Parisot è considerato l’interprete più autorevole dell’opera di Modigliani, nonostante i molteplici scandali di cui è stato a sua volta protagonista. In aula Quiriti ha detto di non ricordare chi gli avesse venduto il disegno a carboncino ma di essere in possesso di un’autentica firmata proprio da Parisot: lui stesso, nell’aprile scorso, gli avrebbe inviato una lettera nella quale confermava l’autenticità del disegno e la prossima pubblicazione sul catalogo.
 
Qualcosa però non torna, perché lo scorso 16 settembre il “custode” dell’eredità artistica di Modì ha presentato presso la Procura di Milano una querela contro ignoti nella quale afferma di non aver mai effettuato l’autentica del carboncino su carta a lui attribuita. Apocrifa, a suo giudizio, sarebbe anche l’opera: l’avvocato di Isoardi, Luca Domenico Ciavarella, ha prodotto la querela e ha chiesto al giudice di disporre una perizia tecnica sulle opere e di chiamare Christian Parisot sul banco dei testimoni.
 
La decisione sulle richieste istruttorie verrà presa nella prossima udienza, fissata per il 26 ottobre.

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