CARAGLIO - Cooperativa Valentina: “Nessuna truffa ad Asl e Consorzio”. E la difesa chiede anche le spese legali

Secondo il pm la casa-famiglia di Caraglio fatturava ore di assistenza mai prestate agli ospiti disabili. Il legale replica: “È falso, parlano le ispezioni”

Andrea Cascioli 19/12/2024 17:20

C’è stato posto perfino per una citazione dantesca, dal canto XVII dell’Inferno, nell’arringa dell’avvocato Aldo Pellegrino, difensore dei vertici della cooperativa sociale “Valentina” di Caraglio: “Assolver non si può chi non si pente, né pentere e volere insieme puossi per la contradizion che nol consente”. Qui però non si tratta solo di assolvere i tre imputati, P.L.G., R.R. e C.S., accusati di truffa ai danni dell’Asl Cn1 e del Consorzio Socio Assistenziale del Cuneese, nonché di infedeltà patrimoniale. La difesa chiede anche di sanzionare i due enti pubblici per la loro scelta di costituirsi in giudizio, costringendoli al pagamento delle spese legali: “Deve essere un esempio”.
 
La prova che non ci sia stata truffa, sostiene il difensore, risiede anche nel fatto che né l’Asl né il Consorzio abbiano cancellato la convenzione con la casa-famiglia di Caraglio, a fronte delle asserite inadempienze. Alla “Valentina”, attiva dal 1998 nell’ambito dell’assistenza ai soggetti fragili, si imputa infatti di aver fatturato ore di assistenza che non solo non sarebbero mai state svolte, ma nemmeno potevano esserlo: “Sulla base della forza lavoro e del tempo” ha spiegato ai giudici il sostituto procuratore Alberto Braghin. Tutta l’impostazione accusatoria muove da una verifica sul monte ore, in rapporto all’effettiva presenza di operatori sociosanitari ed educatori, in un periodo compreso tra febbraio 2017 e dicembre 2020.
 
A mancare, in particolare, sarebbero state le cosiddette “ore individualizzanti”, cioè quelle ore che oss ed educatori avrebbero dovuto destinare a percorsi dedicati ai singoli ospiti della casa-famiglia. Avrebbero dovuto essere tre al giorno per ciascuno e invece, sostengono pm e parti civili, erano tre a settimana per una sola ospite: l’unica che se ne fosse lamentata. Conclusioni che la difesa respinge in toto, affermando che i calcoli della Guardia di Finanza siano sbagliati. “Gli elementi per un calcolo esatto c’erano, - spiega l’avvocato Pellegrino - bastava considerare i giorni in cui gli ospiti erano al centro diurno o non presenti: si sarebbe visto che il risultato è quello riferito dal presidente della commissione di vigilanza, il quale dice che la struttura dava un numero di ore maggiore rispetto a quanto richiesto”.
 
Bisogna intendersi anche su cosa si intenda per “ore individualizzanti”: per uno degli ospiti, ad esempio, si trattava in realtà di assicurare che il disabile non perdesse la propria cerchia amicale. È emerso in modo incontrovertibile, ammette la difesa, “che tanti ospiti affetti da maggiore disabilità necessitavano di prestazioni maggiori per l’attività quotidiana, ma non è possibile farne un’esatta quantificazione perché dipendeva da giorno a giorno e da situazione a situazione. Proprio per questo la commissione verificava il progetto e non le ore nei singoli giorni”. In ogni caso, aggiunge ancora il legale, “sarebbe strano che questa macroscopica truffa da 100mila euro fosse sempre sfuggita agli organi dell’Asl: nel periodo in contestazione abbiamo avuto due ispezioni dalla commissione di vigilanza”. Ispezioni “vere”, si precisa, svolte a sorpresa e non limitate a qualche breve intervista con i dipendenti.
 
Le richieste di risarcimento ammontano a 72mila euro per i soli danni patrimoniali da parte dell’Asl e 44mila euro dal Consorzio Socio Assistenziale, più una liquidazione del danno chiesta dalla parte civile privata, ovvero un ex socio lavoratore che fece partire l’inchiesta con la sua denuncia. In contestazione c’è altresì il doppio ruolo di P.L.G., presidente della “Valentina” ma anche amministratore della società Apollo, a cui era stato concesso l’immobile che la cooperativa sociale aveva acquistato con un mutuo - lasciando però in capo alla casa-famiglia buona parte delle spese di ristrutturazione. Un danno patrimoniale, secondo l’accusa. Niente di tutto questo, ribatte la difesa: “Perché la ‘Valentina’ non ha speso quei soldi. P.L.G. ha versato più di 100mila euro per i lavori di ristrutturazione e rinunciato al compenso da presidente del cda, così come gran parte dei canoni mensili non sono mai stati versati dalla Valentina alla Apollo”.
 
“La cooperativa ha chiuso in perdita negli ultimi anni, chi si sarebbe avvantaggiato della fantomatica truffa?” domanda il legale degli amministratori. La sentenza verrà pronunciata il 15 gennaio.

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