Secondo la Procura quello messo in piedi da una donna italiana e da un cittadino albanese in due locali di Cuneo era il meccanismo perfetto per incrementare il giro d’affari delle due sale slot gestite da lei in città.
Ai clienti abituali dei due locali con l’insegna ‘Atlantic City’, situato uno in via Santa Croce e l’altro in via Bongioanni, erano stati concessi prestiti di denaro a condizione che i crediti fossero reinvestiti nel gioco. Per chi ‘sgarrava’, però, sarebbero arrivate le minacce e qualche volta le botte. Risalgono al luglio 2012 le imputazioni formulate a carico di E.B., un’italiana oggi 63enne residente a Caraglio, e di A.M., pluripregiudicato 45enne di nazionalità albanese assunto come buttafuori nei due esercizi commerciali gestiti dalla donna. Stando alle accuse, il buttafuori si sarebbe occupato di costringere i debitori più ricalcitranti a tener fede agli accordi.
La perquisizione in casa di E.B. aveva consentito di ritrovare numerosi assegni emessi da una decina di clienti in favore dell’imputata, oltre a documenti manoscritti con importi e nominativi dei debitori. Per questo erano scattati, oltre alla chiusura di entrambi i locali per sessanta giorni, gli arresti domiciliari nei confronti di E.B. e il provvedimento di custodia cautelare in carcere verso A.M., all’epoca già detenuto.
È la posizione di quest’ultimo ad aver determinato una
lunga serie di slittamenti nel processo: l’albanese infatti era stato espulso dall’Italia e rimpatriato alla scadenza dei termini di custodia cautelare. Dall’Albania aveva continuato a presenziare con regolarità alle udienze, finché le autorità del suo Paese e vari altri intoppi burocratici hanno iniziato a frapporre ostacoli insormontabili a queste trasferte. Insieme a lui è sotto accusa nello stesso procedimento un altro cittadino albanese, F.G.: i due avrebbero gestito un traffico di droga servendosi delle sale slot come basi d’appoggio per smerciare dosi di cocaina.
Proprio in riferimento a questi fatti sono stati ascoltati dal tribunale due testimoni convocati dal pm Pier Attilio Stea. I testi hanno confermato di essersi riforniti più volte di stupefacenti da A.M., a prezzi che si aggiravano sui 10 euro per ogni decigrammo di cocaina. Tra i ritrovi abituali per le consegne c’era l’esterno della sala giochi in piazza Santa Croce, ma anche altri locali di Cuneo vecchia.
Il processo è stato rinviato al 19 febbraio per ascoltare altri testimoni dell’accusa.