È stato un anno degno di essere raccontato, il 2022 appena archiviato, visto con gli occhi di chi osserva la giustizia là dove viene amministrata. Nelle aule del tribunale di Cuneo si sono chiusi, tra gli altri, il processo di primo grado per i furti nel cantiere del Tenda bis, il processo Momo contro il caporalato nel Saluzzese (primo procedimento per questo tipo di reato nella Granda) e quello che ha visto contrapporsi l’ex editore di Repubblica Carlo De Benedetti e il leader della Lega Matteo Salvini.
Altre decisioni importanti su vicende riguardanti la nostra provincia sono arrivate da tribunali diversi. Ad Asti la condanna della cosca braidese dei Luppino nel primo processo a una ‘ndrina locale, nonché l’apertura del procedimento per duplice omicidio a carico di Mario Roggero, il gioielliere di Grinzane Cavour. A Roma la sentenza definitiva sull’assurdo omicidio di Anna Piccato, la pensionata bargese uccisa e derubata di pochi spiccioli da Daniele Ermanno Bianco. A Pisa, l’avvio del processo per la morte del parà Emanuele Scieri, vittima del nonnismo nel 1999: da oltre due decenni i familiari del 26enne nativo di Cuneo aspettano di sapere cosa successe davvero nella caserma “Gamerra”.
Nel 2023 si attende finalmente l’avvio del processo per il crollo del viadotto di Fossano, avvenuto ormai quasi sei anni fa: l’inchiesta, divisa in tre filoni, è stata unificata ed è passata per due cambi di giudici. Anche il filone torinese del processo Tenda bis, su cui incombe però la prescrizione, andrà a dibattimento. E poi c’è il “cold case” di Nada Cella, la segretaria chiavarese uccisa nel 1996: da oltre un anno si aspetta il responso dei test sul Dna che potrebbero scagionare o accusare l’unica sospettata, una donna che oggi vive a Boves.
Sulla giustizia nel suo complesso incombono gli effetti della riforma Cartabia, dalla vasta portata ma ancora tutta da valutare nel merito. Una norma rispetto a cui rinnoviamo la nostra contrarietà è invece il decreto legislativo 188/2021, in vigore da un anno esatto: pur muovendo dai principi sacrosanti della presunzione d’innocenza e del diritto all’equo processo, la legge consegna di fatto alla Procura ogni valutazione sulla “notiziabilità” di un procedimento. Ne discende una deriva pericolosa, denunciata del resto dal procuratore capo di Cuneo Onelio Dodero, dove da un lato si lascia a un unico magistrato il compito di definire quali notizie siano di interesse pubblico e quali no, dall’altro si rischia di moltiplicare l’effetto di indiscrezioni e interventi non sempre appropriati delle parti private, a danno degli stessi indagati.
Qualunque cosa ci riservi il futuro, speriamo di poter continuare a raccontarlo al meglio delle nostre possibilità. Nella convinzione che la cronaca giudiziaria sia un diritto di tutti, troppo spesso schiacciato da titoli ad effetto su arresti e intercettazioni o su sentenze che vengono applaudite o fischiate senza conoscerne - e senza farne conoscere - le motivazioni reali.
GENNAIO
Si chiude con cinque condanne il processo di primo grado contro la dirigenza del primo cantiere del Tenda bis, gestito da Grandi Lavori Fincosit fino al clamoroso sequestro del 24 maggio 2017. Nelle
motivazioni della sentenza il giudice Sandro Cavallo scriverà che il direttore tecnico, i due capocantiere e i due operai accusati dei furti di ferro non hanno avuto scrupolo nel procurarsi un profitto, anche a costo di
“mettere a repentaglio la stessa sicurezza delle opere”.
In un’intervista esclusiva Antonella Delfino Pesce racconta a Cuneodice i retroscena della vicenda che ha portato a una clamorosa svolta nelle indagini sul delitto di Nada Cella. Un “cold case” riaperto 25 anni dopo, grazie al lavoro della criminologa, sui faldoni dell’inchiesta avviata nel 1996 e poi chiusa senza responsabili. Ora si attende l’esito degli esami sulle tracce ematiche da parte del genetista Emiliano Giardina.
MARZO
Cadono le accuse contro Carlo De Benedetti, chiamato a rispondere delle affermazioni che aveva rilasciato in un’intervista a Lilli Gruber, durante l’edizione 2018 del Festival della Tv e dei Nuovi Media di Dogliani. A denunciare l’ex editore era stato Matteo Salvini, definito
“xenofobo e antisemita”. Lo stesso leader leghista era venuto a Cuneo per deporre nel giugno del 2021. Il
significato delle frasi percepite dal pubblico presente, scriverà il giudice Emanuela Dufour, era però
“radicalmente diverso dal tenore delle parole estrapolate dal loro contesto e diffuse dalle varie testate giornalistiche e dal Twitter della persona offesa”.
APRILE
Dopo ventitre anni due ex caporali sono imputati per l’omicidio del militare di leva, nativo di Cuneo. Secondo le indagini, Scieri morì il 16 agosto 1999 per una caduta nella caserma “Gamerra” di Pisa, dopo essere stato vittima di pesanti atti di nonnismo. Dapprincipio la caduta venne archiviata come un suicidio. Solo nel settembre 2017 la Procura di Pisa riprenderà il fascicolo, a seguito della relazione presentata dalla commissione parlamentare d’inchiesta nata per fare luce sui fatti.
Due assoluzioni e cinque condanne, a pene comprese fra i tre e i cinque anni, nel primo processo per caporalato celebrato di fronte a un tribunale cuneese. Il procedimento contro due famiglie di agricoltori di Lagnasco e Barge e il presunto “caporale” burkinabè traeva origine dalle indagini condotte nell’estate 2018, a seguito della denuncia di un bracciante che avrebbe portato alla sbarra “Momo” e i datori di lavoro. Il giudice Alice Di Maio
motiverà la sentenza in oltre cento pagine parlando di
“svilimento costante della dignità dei lavoratori”.
GIUGNO
Per la prima volta un giudice nella Granda sancisce che il possesso di un quantitativo ingente di droga non costituisce reato, se lo scopo è quello di alleviare una condizione patologica. Lo storico pronunciamento manda assolto un giovane arrestato per spaccio, a Saluzzo, nel 2019: aveva oltre 400 grammi di marijuana. La difesa dimostrerà in istruttoria che serviva in realtà per curare una grave emicrania.
OTTOBRE
Nel giugno del 2020 un’operazione della DDA di Torino aveva accertato per la prima volta la presenza in provincia di Cuneo di una “locale” di ‘ndrangheta, riconducibile alla famiglia Luppino di Sant’Eufemia di Aspromonte, nel Reggino: tra i principali business il traffico di cocaina. Al termine del processo tenutosi ad Asti i fratelli Salvatore e Vincenzo Luppino, gestori di vari bar e locali pubblici nella città della Zizzola, sono stati condannati insieme a un affiliato e a due carabinieri “infedeli”.
NOVEMBRE
Uccise una pensionata di 70 anni per rapina, con un misero bottino di 3 euro e 22 centesimi. La Cassazione ora rende definitiva la condanna a 30 anni di carcere per Daniele Ermanno Bianco, processato per un delitto compiuto a Barge il 23 gennaio 2019. Nel respingere l’ultimo ricorso della difesa i giudici hanno negato ogni attenuante e ricordato che Bianco e la vittima, Anna Piccato, si conoscevano da tempo: in precedenza lei “aveva mostrato umana comprensione ed attenzione per i problemi personali dell’imputato”.
DICEMBRE
L’inchiesta sul crollo del viadotto di Fossano ha trovato un giudice a Cuneo. È il terzo magistrato avvicendatosi sul fascicolo in meno di un anno, dopo un trasferimento e un caso di incompatibilità. Alla sbarra per il disastro accaduto il 28 aprile 2017 ci sono dodici imputati, sei funzionari Anas e sei tecnici e operai delle imprese che costruirono il cavalcavia. Il 21 febbraio si terrà l’udienza filtro del processo.
Si è aperto con le immagini della rapina alla gioielleria di Gallo Grinzane il processo contro Mario Roggero, 67 anni, imputato di due omicidi davanti alla Corte d’Assise di Asti. Nella drammatica sequenza si vede il negoziante uscire in strada e fare fuoco contro l’auto su cui i tre malviventi stavano salendo, prima di inseguirli tutti e tre. Davanti alle telecamere della trasmissione di Rete 4 “Zona Bianca”
Roggero si è difeso:
“Non sono uscito per ammazzare e lo dimostrerò”.