È stato condannato a dieci mesi di reclusione per appropriazione indebita e al risarcimento di tutti i danni derivanti dal reato accertato l’ex rappresentante del Consorzio agrario di Cuneo M.C., titolare di un’agenzia di vendita in frazione Ronchi fino all'ottobre 2016.
Dopo aver registrato diversi ammanchi, il Consorzio l’aveva allontanato denunciando un ‘buco’ da 128mila euro. Sono 42mila, però, quelli di cui la successiva indagine della Guardia di Finanza ha appurato l’esistenza. Secondo l’accusa, M.C. aveva incassato gli importi delle vendite effettuate presso diversi clienti del suo negozio senza versarli nella cassa comune del Consorzio, come previsto dal contratto.
Per mascherare gli ammanchi in magazzino - e allo stesso tempo assicurarsi la provvigione sulle vendite - M.C. aveva inoltre ‘gonfiato’ le fatture di alcuni clienti abituali facendo figurare importi molto superiori a quelli davvero versati dai compratori ‘ufficiali’. In totale erano emerse circa 150 fatture emesse nell’arco dei primi quattro mesi del 2016 e disconosciute dagli acquirenti. Tra i casi più eclatanti, quello di una donna che affermava di essersi vista presentare dalle fiamme gialle un’esorbitante fattura da 1600 euro a suo nome dopo aver comprato appena 74 euro di mangimi per le galline.
La condanna del giudice Massimo Scarabello è superiore alla richiesta di otto mesi di pena avanzata della Procura. In sede civile dovranno essere liquidati i danni.
Soddisfatto l’avvocato Nicola Dottore, patrono della parte civile, per il quale la sentenza rende giustizia alle richieste presentate dal Consorzio agrario.