Gli agenti della Polizia Ferroviaria lo avevano sorpreso mentre prendeva a calci il defibrillatore collocato sotto la pensilina della stazione di Cuneo, in corrispondenza del binario 1. Erano da poco passate le sei di mattina del 26 gennaio 2018 e non c’era ancora nessun viaggiatore nei paraggi.
Lui, un cittadino nigeriano nato nel 1994, si era giustificato dicendo di essere arrabbiato perché aveva smarrito il permesso di soggiorno. Oltre al DAE, con cui il giovane aveva perfino improvvisato un tentativo di ‘palleggio’ dopo averlo divelto dal muro, era stato rotto anche un cartello di plastica.
In sede processuale, oltre alle dichiarazioni degli agenti della Polfer intervenuti ha pesato la visione di un video che mostrava O.O. nell’atto di compiere i vandalismi. La difesa ha chiesto per l’immigrato, all’epoca residente a Padova, il riconoscimento del vizio di mente in quanto consumatore abituale di cannabis. Il pubblico ministero si è opposto, ricordando che il giorno stesso O.O. era stato sottoposto a un precauzionale ricovero psichiatrico ma era stato dimesso dopo poche ore.
Al momento il nigeriano si trova recluso nel carcere di Novara in seguito a una successiva condanna per stupro. Una circostanza che ha indotto il pm Raffaele Delpui a escludere la concessione delle attenuanti: “Si deve dare una risposta seria alla gratuità di un gesto che poteva avere conseguenze pratiche serie sulla salute pubblica. Sappiamo che il defibrillatore - quando c’è - può salvare vite umane”.
Il rappresentante della Procura ha chiesto perciò la severa pena di un anno e quattro mesi, confermata dalla sentenza del giudice Francesco Barbaro.
Il defibrillatore danneggiato, dopo l’episodio del gennaio 2018, non è più stato ricollocato sotto la pensilina della stazione.