Era stato uno dei componenti della famigerata “banda dei pc”, la baby gang di ladri che tre anni fa tenne in scacco per settimane le forze dell’ordine rubando oltre 80 computer in nove scuole cuneesi. Ora Yunior Reynaldo Reynoso, classe 2002, nato in Repubblica Dominicana e residente a Cuneo, è stato condannato anche per spaccio.
L’inchiesta è scaturita da una precedente indagine a carico del giovane, in relazione a un furto commesso in una tabaccheria di Cuneo. Dopo aver sequestrato i telefoni cellulari nelle sue disponibilità, i carabinieri avevano trovato diverse conversazioni sospette nelle chat di Telegram e di Whatsapp. Il periodo a cui risalgono è il dicembre 2020, proprio nel “clou” dei furti alle scuole. L’allora 19enne conversava in modo esplicito con alcuni amici, uno dei quali - classe 2003 - era all’epoca minorenne. Il tema erano le compravendite di hashish: al minorenne offriva “una bomba” a 20 euro, che lui stesso avrebbe consegnato.
In totale sono cinque gli acquirenti identificati, ha ricordato il tenente Giovanni Forte, che era all’epoca comandante del NORM dei carabinieri di Cuneo. Gli acquisti di droga sono stati ammessi dal più giovane dei compratori, sentito in una precedente udienza: le consegne, ha spiegato, avvenivano in una via del centro storico, dove Reynoso - oggi irreperibile - era domiciliato. “La chiave di lettura è inequivoca” ha detto nella sua requisitoria il sostituto procuratore Pier Attilio Stea, chiedendo una condanna a un anno e sei mesi. Il pubblico ministero ha ricordato anche un altro episodio, il più grave, di cui si è reso protagonista l’imputato. Si tratta di una rapina sul lungomare di Alassio, ai danni di due ragazzini a cui erano stati sottratti appena cinque euro: per derubarli era stata utilizzata una pistola finta, trovata sul web.
L’avvocato Claudio Massa, difensore dell’accusato, ha ricordato l’assenza di sequestri a carico del 22enne e il fatto che, stando alla testimonianza dell’amico, avrebbe proposto il “fumo” solo “quando ne aveva anche lui”. Un’attività che a giudizio della difesa poteva rientrare, quindi, nel fatto di particolare tenuità.
Il tribunale ha infine condannato Reynoso a un anno di carcere e 2000 euro di multa.