Si chiama “minorata difesa” l’aggravante che il codice penale prevede per chi approfitta di circostanze di tempo o di luogo - oppure di caratteristiche specifiche della vittima, per esempio un minorenne - per commettere un reato.
Di recente la Procura ha contestato questa aggravante a un giovane di Centallo, G.R., finito a processo per un furto di modestissima entità: in questo caso la “minorata difesa” ha a che fare con il periodo in cui il delitto venne commesso, ovvero durante il primo lockdown della primavera 2020. Mentre l’Italia intera (o quasi) era chiusa in casa e stretta intorno alla speranza dell’“andrà tutto bene”, ignoti ladri avevano derubato a più riprese il chiosco del campo sportivo di Centallo, attivo durante le partite dell’ASD Giovanile Centallo 2006: ben poca cosa l’entità delle scorribande notturne, quattro furti di bibite segnalati tra febbraio e aprile. Al gestore e autore della denuncia, però, aveva provocato fastidi il danneggiamento delle serrande.
Dalle immagini della videosorveglianza i carabinieri avevano riconosciuto un soggetto, intento ad alzare la saracinesca del chiosco e a rovistare all’interno dei frigoriferi. Si trattava, come ha spiegato l’allora comandante della stazione Stefano Imperatori, di un ragazzo già noto ai militari centallesi. A lui è stato contestato uno solo degli episodi criminosi, l’ultimo. Altri tre complici sono stati individuati e denunciati, mentre un quarto è rimasto ignoto.
Per G.R. il pubblico ministero Gianluigi Datta ha chiesto un anno di reclusione e 309 euro di multa. Il giudice Sandro Cavallo ha accolto la richiesta e fissato la condanna a un anno e dieci mesi di carcere con pena sospesa, più 500 euro di multa e 250 euro di risarcimento alla parte civile costituita.