Una “refurtiva” finita nell’ultimo posto in cui sarebbe venuto in mente di cercarla, ovvero alla festa di fine anno di una scuola materna. Qui, per la precisione all’asilo di San Biagio di Centallo, sarebbero state portate alcune confezioni di Estathé messe a disposizione da un dipendente del Mercatò Big di Madonna dell’Olmo: l’uomo, A.A., avrebbe sostenuto che si trattasse di un omaggio dell’azienda. Ma il supermercato era all’oscuro di tutto, tant’è che la vicenda è tra i presunti furti contestati ad alcuni ex dipendenti del punto vendita di proprietà della Dimar.
Non si tratta di banale taccheggio, ma di una serie di “colpi” che sarebbero stati pianificati in modo meticoloso dagli addetti. Tre di loro, A.M. (classe 1970, residente a Caraglio), G.D. (classe 1968, residente a Chiusa Pesio) e lo stesso A.A. (classe 1978, residente a Centallo), sono ora a giudizio per furto. Insieme a un quarto coimputato, V.P. (classe 1962, residente a Cuneo), un ex carabiniere: è lui la persona che più spesso è stata filmata nell’atto di recuperare gli scatoloni che i presunti complici lasciavano all’esterno, nei pressi della raccolta rifiuti. Pacchi di pasta, cassette di frutta e verdura, bottiglie di Coca Cola e di birra venivano collocati nell’area del magazzino destinata ai prodotti danneggiati, scaricati con un lettore ottico dal sistema aziendale e poi depositati sul piazzale, dove sarebbero stati recuperati dagli indagati. Si trattava però, secondo gli inquirenti, di merce integra e in buono stato, non di prodotti scaduti o fallati. Due degli indagati, anch’essi ex dipendenti del Mercatò, hanno optato per riti alternativi evitando il dibattimento. Un altro ancora è deceduto prima dell’inizio del processo.
Sul centallese A.A., all’epoca addetto all’area elettrodomestici, grava anche l’accusa di aver tentato di “coprire” i presunti furti, inducendo i suoi superiori a credere che si trattasse di semplici donazioni. A questo scopo avrebbe convinto un responsabile dell’asilo di San Biagio a scrivere due messaggi alla direzione del supermercato: “Disse che bisognava scrivere una richiesta retrodatata e poi un ringraziamento” ha ricordato il testimone, precisando di aver fatto in buona fede quanto richiesto. Sempre senza nutrire sospetti aveva firmato le missive a nome di don Pietro Giobergia, parroco del paese e direttore della scuola. Quest’ultimo ha infatti disconosciuto tutti i documenti: “Ho firmato la lettera a suo nome, perché il parroco era occupato: non avevo elementi per capire” si è giustificato l’autore degli scritti.
Le bibite erano state portate da A.A. alla festa di inizio giugno. Solo a settembre, però, l’uomo sarebbe tornato per spiegare che era “opportuno” ringraziare per l’offerta: “Diceva che il Big Store di Madonna dell’Olmo, dove lui lavorava, aveva ogni tanto merci non più commerciabili ma funzionali che potevano offrire su richiesta”. Anche una maestra e una ex cuoca della scuola hanno detto di ricordare sia la presenza degli Estathé alla festa, sia il fatto che si trattasse di un omaggio proveniente dal Big Store.
Il 13 febbraio verranno ascoltati gli imputati che vorranno sottoporsi ad esame e i testi di difesa.