Ha vissuto a Cuneo per un mese e mezzo il terrorista arrestato stanotte a Milano. Il giovane, al secolo Issam Elsayed Abouelamayem Shalabi, è stato fermato dalla Polizia di Stato con l’accusa di associazione con finalità di terrorismo internazionale e istigazione e apologia del terrorismo. Nato ad Eldakahlia, in Egitto, 22 anni fa, il giovane si è radicalizzato sul web, diventando organico allo Stato Islamico, era infatti intenzionato ad andare a combattere per Daesh. Dal 20 giugno di quest’anno fino a poco prima di ferragosto, Shalabi ha risieduto nel territorio del Comune di Cuneo, più precisamente a Borgo San Giuseppe, dove si era trasferito da Teramo e dove dormiva, mangiava e faceva la spesa. Per mantenersi lavorava per la ditta di pulizie che esercita al Mc Donalds dell’Auchan in orario notturno. A fine agosto, poi, si era spostato a Milano.
Per il periodo trascorso nella Granda l’uomo non ha avuto contatti con la cittadinanza locale, neppure con la comunità egiziana. Solo una volta si è recato al Centro Culturale Islamico di corso Gramsci dove, probabilmente, non ha trovato un’ambiente fertile per le sue ideologie estremiste. Non aveva né amici né parenti e in quell’intervallo l’uomo, continuamente e puntualmente monitorato dalla Digos di Cuneo, ha mantenuto un profilo basso. L’operazione odierna nasce dallo sviluppo di una notizia di intelligence che, sul finire dello scorso anno, segnalava all’interno di un “gruppo WhatsApp” tra militanti islamisti un partecipante che aveva in uso un’utenza italiana. Shalabi era un “lupo solitario” pronto e disponibile a “combattere” e a “fare la guerra”, facendo anche intendere, come accertato dagli investigatori, di aver ricevuto un addestramento militare.
Durante le indagini i poliziotti hanno recuperato numerosissimi file audio scaricati dall’indagato, gran parte dei quali prodotti dal comparto mediatico dell’ISIS, contenenti inni jihadisti e sermoni di Imam radicali sostenitori dell’odio nei confronti del mondo occidentale e inneggianti al martirio in nome di Allah.
Significative le conversazioni intercettate nel corso delle quali il ragazzo dichiarava che "ognuno di noi (dello stato islamico) si muove per conto proprio, ognuno di noi ha capito il concetto di battaglia il significato del bene e del male, ognuno percorre la via più conveniente" oppure interpellato da un interlocutore sul perchè si stesse radicalizzando rispondeva "Perché io voglio che la legge di Allah copra tutta la terra”.
Coinvolti nell’attività investigativa anche due suoi connazionali, un 21enne e un 23enne, legati al primo da stretta amicizia e anch’essi interessati alla propaganda dello stato islamico. Nei loro confronti è stato già adottato il provvedimento di espulsione del ministro dell’Interno. Inoltre sono state numerose le perquisizioni domiciliari e personali effettuate in Abruzzo, Lombardia, Emilia oltre a quella eseguita nella sua ex abitazione di Borgo San Giuseppe di Cuneo.
Le indagini, dirette dalla Procura Distrettuale del capoluogo abruzzese in raccordo con la Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, sono state condotte dalle DIGOS di l’Aquila, Teramo, Cuneo, Piacenza e Milano parallelamente ai Compartimenti della Polizia Postale e Comunicazioni di Abruzzo e Emilia Romagna. L’intera attività di indagine è stata coordinata dal Servizio per il Contrasto al Terrorismo Esterno della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione – UCIGOS e dal Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni.