Il mondo della montagna cuneese è in lutto: all’età di 91 anni si è spento Tino Piacenza, primo gestore dei rifugi del Cai di Cuneo negli anni ’60. Si trovava nella casa di riposo di Boves, città dove abita la figlia Mirella.
Nato nel 1929, dal 1963 iniziò a fare il custode dei rifugi della valle Gesso, coadiuvato dalla moglie Caterina (per tutti Nuccia). Abitavano a Sant'Anna di Valdieri, gestirono prima il Livio Bianco, poi il Remondino, il Morelli, il Nico Gandolfo, il Barbero e il bivacco Varrone. Una vera e propria “epoca”, quella di Tino Piacenza, che si concluse a partire dal 1995, quando la gestione dei vari rifugi fu gradualmente ceduta. Apprezzato e ricordato da tutti per la disponibilità, la passione e la grande sensibilità nell’accoglienza semplice e sincera, ha dedicato una vita intera alla montagna. “Non sono mai andato in montagna per divertimento, ma sempre perché era collegato a qualche attività. Prima di collaborare con il Cai non mi era mai venuto in mente di andare per esempio sul Monte Matto per divertimento. Noi valligiani la montagna l’abbiamo sempre vissuta come posto per lavorare”, aveva rivelato in un’intervista a Ilario Tealdi per “Montagne Nostre” nel 2013: “Noi ospitavamo la gente nei rifugi, cercando di dare il meglio che potevamo perché si sentissero bene. Usavamo tutti prodotti freschi e genuini il più possibile, roba coltivata o allevata da noi”.
Non era raro vederlo risalire i sentieri con una bombola del gas in spalla, da portare in uno dei rifugi: “Abbiamo sempre affrontato grandi fatiche per tenere a posto i rifugi ma lo abbiamo fatto anche con tanta passione. Se dovessi ritornare indietro rifarei tutto quel che ho fatto, non rinnego nulla”, aveva spiegato nella stessa intervista nel 2013. Al momento non è stata resa nota la data del funerale.