TARANTASCA - Il papà ha diffamato il figlio su Facebook: dovrà pagare una multa e risarcirlo

Sui social l’anziano lo ha accusato più volte di essere un ladro. L’uomo chiedeva le sue scuse come condizione per ritirare la denuncia, ma non sono arrivate

Andrea Cascioli 12/11/2024 18:36

Chiedeva le scuse e il pagamento delle spese legali come unica condizione per ritirare la denuncia per diffamazione contro suo padre. Le scuse non sono arrivate, è arrivata invece la condanna, pronunciata dal giudice Marco Toscano: 600 euro di multa, più un risarcimento di mille euro per la parte civile.
 
La vicenda riguarda una serie di accuse che l’anziano aveva rivolto via Facebook: “Mi accusava di avere rubato degli scooter” ha spiegato il figlio, che per un periodo aveva anche lavorato insieme al genitore. Poi le loro strade si erano divise, non solo sul piano professionale. “Una domenica, mentre ero a casa, mi è arrivato un messaggio da un collega” ha ricordato l’autore della denuncia: riguardava appunto quei post, con nome e cognome. “Alla sera - ha aggiunto - ho saputo che insisteva a scrivere le stesse cose, nella stessa settimana l’ho visto anche su un gruppo locale di Tarantasca. Diceva che dovevo contattarlo e che avevo debiti per tremila euro”.
 
L’uomo ha detto di aver cercato di indurre suo padre a più miti consigli, prima di arrivare alle vie legali: “Gli ho mandato un messaggio per chiedergli di smetterla, lui ha risposto che ‘tutti dovevano sapere’”. La denuncia risale al settembre del 2021, ma ancora nel novembre successivo - secondo la testimonianza di un carabiniere impegnato nelle indagini - sarebbero comparsi altri contenuti diffamatori, proprio a seguito della querela. Ancora nell’ultima udienza, la persona offesa ha parlato dei messaggi ricevuti nel frattempo sul cellulare. Il padre avrebbe spiegato di aver solo riferito voci che aveva ascoltato: “In questi mesi non ha chiesto scusa e ha continuato a scrivere su Facebook, ha anche fermato mia nonna per strada, spaventandola a morte e dicendo che io cercavo soldi perché sono senza lavoro: non è così”.
 
Il pubblico ministero Alessandro Borgotallo, all’esito dell’istruttoria, ha formulato una richiesta di condanna a 900 euro di multa. Alla richiesta si è associato l’avvocato Flavio Silvestro per la parte civile. Il difensore, avvocato Andrea Romano, aveva invece domandato un’assoluzione motivata dalla supposta incapacità di stare in giudizio dell’imputato: “È affetto da una malattia neurodegenerativa: non è uno stato transitorio e ha un’influenza decisiva sulla capacità processuale”.

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