“Il Piemonte è un territorio eletto dalle mafie, in particolare della ‘ndrangheta". Il monito arriva dalla Direzione Distrettuale Antimafia, che nel suo consueto rapporto semestrale conferma come la criminalità organizzata in Piemonte si sia consolidata. “Come più volte sottolineato - si legge nella relazione - dalle prime cellule di 'ndrangheta si è giunti, nel tempo, alla costituzione di vere e proprie locali che senza abbandonare il florido settore del narcotraffico non disdegnano, se del caso, condotte violente e asfissianti azioni estorsive finalizzate al controllo del territorio, inquinando il tessuto economico anche grazie a una diffusa corruttela".
La relazione della Dia, poi, evidenzia “frequenti commistioni tra le consorterie criminali e i gangli della pubblica amministrazione”. Secondo il rapporto nella provincia di Torino sono varie le locali operanti, anche se non si è ancora “acquisita completa e diffusa consapevolezza di questa pericolosa presenza”. Centinaia le confische effettuate o in corso nel territorio piemontese: nel secondo semestre del 2020 sono stati adottati alcuni provvedimenti interdittivi antimafia nei confronti di ditte che operavano nel commercio di autoveicoli, nel settore degli autotrasporti, ma anche nella gestione del ciclo di rifiuti e nella gestione di alberghi. Per la Dia attualmente non paiono intravedersi segnali di "ridimensionamento sul territorio dei gruppi di origine 'ndranghetista che esercitano la propria egemonia lasciando spazio anche a cellule criminali di diversa matrice come quelle riconducibili a Cosa Nostra".