BORGO SAN DALMAZZO - 'Il telefono squilla a vuoto, impossibile avere notizie': la rabbia delle famiglie degli ospiti della 'Padre Fantino'

Nel salone consiliare a Borgo San Dalmazzo il duro confronto tra i parenti degli anziani e Massimo Secondo, presidente della cooperativa che gestisce la struttura

Andrea Dalmasso 22/04/2020 18:50

Altre case di riposo della zona aggiornano quotidianamente i parenti degli ospiti, nel bene e nel male, nella vostra struttura da giorni il telefono squilla vuoto e avere notizie è quasi impossibile”. “Sono riuscita a sapere come sta mio padre solamente grazie all’animatrice che svolge le attività con gli anziani, non riuscivo a mettermi in contatto con i responsabili della casa di riposo”. “A dirmi che mio nonno è morto è stato un operatore del 118”. “Mio marito è morto senza che riuscissi ad avere notizie di lui: non ho più nemmeno la catenina che aveva al collo, è sparita anche quella”. Sono alcune delle rimostranze che i parenti degli ospiti della casa di riposo “Padre Fantino” di Borgo San Dalmazzo hanno lanciato nei confronti di Massimo Secondo, presidente della cooperativa vercellese Punto Service, che gestisce la residenza, nella quale sono deceduti 13 anziani dall’inizio del mese. L’incontro si è tenuto nel pomeriggio di oggi, mercoledì 22 aprile, presso il salone consiliare borgarino.
 
Ad aprire il momento di confronto, cui hanno preso parte una trentina di famigliari degli ospiti della struttura, è stato il sindaco Gian Paolo Beretta, con il quale Secondo ha polemizzato per le modalità dell’incontro, a suo dire inadeguate per la presenza dei giornalisti: “La comunità è ferita, da venerdì nella casa di riposo sono morte otto persone. - ha spiegato il primo cittadino - I parenti delle vittime hanno il diritto di sapere cosa sta succedendo”.
 
Il presidente della cooperativa vercellese ha ricostruito gli eventi degli ultimi due mesi all’interno della residenza di via Monte Bianco: “Ci siamo trovati travolti da un’emergenza impensabile, che ha messo in difficoltà anche realtà ben più attrezzate della nostra, ma la RSA non è stata abbandonata, abbiamo preso tutte le misure di sicurezza necessarie. Dal 24 febbraio nella struttura sono entrati e usciti solo operatori sanitari. Gli ospiti che presentavano sintomi sono stati isolati, il personale che sospettava di aver contratto il Covid-19 lasciato a casa. Abbiamo richiesto i tamponi per gli ospiti scrivendo all’Asl già il 30 marzo, ma solo oggi siamo riusciti ad ottenerli: saranno effettuati domani (giovedì 23 aprile, ndr)”.
 
Secondo il sindaco Beretta e i parenti degli ospiti, però, le criticità più rilevanti hanno riguardato non tanto i tamponi, problema comune anche ad altre realtà, quanto le carenze organizzative all’interno della struttura, le cure non adeguate nei confronti di chi presentava difficoltà respiratorie e stati febbrili e la scarsa comunicazione con l’esterno. Secondo alcuni dei famigliari degli anziani della “Padre Fantino” non tutti gli ospiti che presentavano sintomi da Coronavirus sono stati isolati in maniera adeguata: alcuni sono stati lasciati nelle loro stanze con altri ospiti, e in ogni caso gli operatori che li assistevano poi avevano a che fare anche con gli anziani asintomatici. “Al secondo piano (quello adibito a “reparto Covid”, ndr) stanno morendo tutti, è evidente che qualcosa non stia funzionando”, ha accusato uno dei presenti. Accuse (smentite da Secondo e dal capoarea provvisorio Sergio Provera, presente anch’egli all’incontro) sono inoltre arrivate anche per quel che riguarda i dispositivi di sicurezza in dotazione ai sanitari.
 
Tangibili, in ogni caso, la rabbia e lo sconforto nelle testimonianze dei presenti, tra chi ha parlato di videochiamate con i parenti ospiti in struttura negate e chi ha sostenuto di aver ricevuto rassicurazioni sullo stato di salute dei famigliari fino a poco prima della morte.
 
Altro tema discusso, infine, quello del personale presente in struttura: una situazione di estrema difficoltà causata dai numerosi operatori in malattia (attualmente una decina). A lanciare l’accusa più pesante, in questo caso, è stato il sindaco Beretta: “Domenica sera ero presente personalmente: per la notte c’erano in struttura solamente due operatori e il direttore facente funzioni (lo stesso Provera, ndr) è stato assente per tutto il weekend”. La circostanza non è stata smentita dai due rappresentanti della Punto Service: “Sono responsabile di 11 strutture, nel fine settimana ero a Torino”, ha confermato Provera, che poi ha spiegato che la cooperativa ha provveduto nei giorni scorsi ad assumere otto nuovi operatori e che due infermieri che hanno già avuto esperienze con pazienti Covid sono arrivati da Milano.
 
Secondo, pur lasciando insoddisfatte molte delle richieste di chiarimenti sugli eventi dei giorni scorsi, ha infine dato indicazioni sulle intenzioni della cooperativa per i prossimi giorni: “Appena i risultati dei tamponi saranno disponibili chiederemo di trasferire in ospedale i positivi, o in alternativa di ricevere personale ospedaliero specializzato. Le RSA non sono attrezzate per curare i pazienti Covid, non avendo medici. Anche quando chiamiamo il 118, sta poi al medico dell’equipe sanitaria stabilire se ricoverare l’ospite o lasciarlo in struttura, noi non possiamo decidere su questo, per questo alcuni anziani con sintomi da Covid sono stati lasciati nella residenza”.
 
Amaro il commento di uno dei presenti, nipote di un ospite della “Padre Fantino” deceduto nei giorni scorsi: “Il primo decesso accertato come positivo al Coronavirus tra gli ospiti è avvenuto quattro settimane fa, assurdo che solo ora si pensi a prendere provvedimenti e a chiedere personale specializzato”. Alcune famiglie degli anziani della casa di riposo di via Monte Bianco hanno già presentato ai Carabinieri esposti sulla gestione dell’emergenza all’interno della struttura.

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