È stato per mesi l’incubo di molte donne che andavano e venivano dalla stazione di Cuneo: lavoratrici pendolari, madri che accompagnavano le figlie, anche minorenni. Ora il molestatore seriale è in carcere, dopo l’operazione della Questura che è seguita alla denuncia di due vittime, madre e figlia.
Si tratta di un ivoriano, classe 1979, senza fissa dimora. In molti lo hanno visto aggirarsi, per mesi, nella zona più “calda” del quadrilatero: indossava una giacca a vento e sovente aveva in mano un cartoccio di Tavernello. In più circostanze si era limitato a insultare i passanti, altre volte invitava le donne ad appartarsi e poi, a fronte delle risposte negative, passava alle vie di fatto.
L’episodio che ne ha determinato l’arresto in flagranza risale al 12 dicembre scorso. Già al mattino presto la signora che lo ha poi denunciato aveva subito un palpeggiamento, ma sul momento non aveva avvisato le forze dell’ordine, preoccupata solo di sottrarsi al più presto da quelle sgradite attenzioni. Quando più tardi ha raggiunto la figlia in stazione, lo stesso individuo si è ripresentato e ha cominciato a palpeggiare non solo lei ma anche la ragazza minorenne. A quel punto la donna ha chiamato il 112, intervenuto con una pattuglia della Polizia. Gli agenti hanno confortato le due molestate e hanno chiesto loro se volessero assistenza sanitaria. Poi, grazie anche alle riprese della videosorveglianza, sono risaliti al molestatore. Si è appurato che la stessa persona aveva commesso una violenza simile circa un mese prima, dentro alla stazione.
Ma le potenziali vittime, precisano i dirigenti della Squadra Mobile Giancarlo Floris e della Squadra Volanti Luca Blengino, sono sicuramente di più: in Questura si è deciso di rendere nota la vicenda proprio per incoraggiare altre donne a farsi avanti. A seguito dell’intervento alcune lo hanno già fatto, tra cui un’altra ragazza minorenne. Perché c’è voluto tanto per fermarlo? “Prima non avevamo elementi per affermare che fosse lui” risponde il dirigente Blengino: “Il problema è che le vittime non denunciavano e le molestie avvenivano in luoghi in cui non c’erano telecamere”.
Il personaggio, tuttavia, era già ben noto e proprio la conoscenza da parte degli agenti ha permesso di rintracciarlo in breve tempo. L’extracomunitario ha lavorato in passato e deteneva un regolare permesso di soggiorno, poi sono subentrati i problemi, forse connessi all’alcolismo e alla malattia mentale.
“Sul quadrilatero abbiamo varie attività in corso” fa sapere il capo della Mobile Floris: nell’ambito del contrasto alla droga, sono sette o otto gli arresti di spacciatori effettuati di recente, che hanno portato anche a sequestri significativi e allo smantellamento di reti di spaccio su larga scala. L’ultimo episodio noto è quello che ha portato, al termine di due differenti inchieste, all’arresto di due albanesi a Dronero e di un italiano residente a Confreria,
nella cui abitazione sono stati rinvenuti 62 chilogrammi di marijuana.