CUNEO - Incastrato da una penna nel taschino: c’è la condanna per un “topo d’appartamento”

Il pregiudicato, arrestato a Cuneo, faceva parte di una banda a cui sono attribuiti 22 “colpi” in vari centri della provincia, con una refurtiva di oltre 80mila euro

Andrea Cascioli 06/05/2024 19:50

A inguaiarlo è stata una penna (rubata) nel taschino, per quanto lui abbia cercato di giustificarsi nella maniera più serafica: “Non ricordavo, non so se me l’abbiano messa addosso i carabinieri”.
 
Bledar Ruci, 38enne, pregiudicato, di nazionalità albanese, è stato condannato a quattro anni e tre mesi di carcere e 800 euro di multa per una serie di furti in appartamento. È più di quanto chiedesse per lui il sostituto procuratore Attilio Offman, che però gli contestava il reato - più grave - di concorso in rapina. Nel dicembre 2016 era stato arrestato dai carabinieri di Cuneo insieme al cugino Safi Leshi: un terzo complice, mai individuato, si era dato alla fuga. Le indagini che hanno portato a sgominare la banda di “topi d’appartamento” erano partite dagli accertamenti su un’auto rubata.
 
I militari l’avevano trovata in sosta a Madonna dell’Olmo, in via degli Agostiniani. Era emerso che era stata portata via solo tre giorni prima da Barge. Particolare curioso, il fatto che i ladri - penetrati di notte nell’abitazione, mentre i padroni dormivano - avessero portato con sé un sacchetto di noci: sarebbe poi stato recuperato a bordo della vettura. Le forze dell’ordine avevano avviato subito un monitoraggio, per capire se l’intenzione dei malviventi fosse di servirsene per altri “colpi”. Intuizione corretta: quella sera stessa tre uomini erano stati visti scendere dalla macchina e salire su una Ford Focus, a bordo della quale si erano diretti a Torino. Due giorni dopo gli stessi uomini, monitorati tramite Gps e seguiti a distanza, erano tornati a Cuneo per servirsi di nuovo del Range Rover. Nella notte tra il 12 e il 13 dicembre erano state svaligiate due villette a Borgo San Dalmazzo, poi il Range Rover era tornato al punto di partenza. I carabinieri avevano intimato l’alt ai tre sospettati, appena risaliti sulla Focus “pulita”, ma l’autista aveva speronato la volante del 112 dandosi alla fuga.
 
Ad avere la peggio era stato il Ruci, sbalzato fuori dall’abitacolo dal sedile posteriore e subito raggiunto dai militari. La Focus aveva proseguito la sua folle corsa rischiando un frontale con una volante, dopo aver quasi investito due carabinieri. A breve distanza l’auto si era schiantata in una bealera e il conducente era riuscito a scappare attraverso i campi. Addosso all’attuale imputato era stata trovata una penna simile a una Montblanc, ma in realtà di nessun valore, rubata solo la sera prima a Borgo. Nella Range Rover c’erano invece i soldi sottratti in casa del proprietario dell’auto e altra refurtiva, più arnesi da scasso e punte di trapano, usate per praticare i fori negli infissi delle porte d’ingresso. Gli inquirenti ritengono che gli arrestati facessero parte di due diverse bande, entrambe specializzate nei furti notturni in abitazione. Sono stati ricondotti a loro ben 22 “colpi” messi a segno a Cuneo, Borgo San Dalmazzo, Saluzzo, Cervasca, Verzuolo, Envie e Sanfront, con un danno patrimoniale per le vittime di oltre 80mila euro.
 
La difesa, rappresentata dall’avvocato Fabio Silvestri, ha contestato in particolare l’accusa di concorso morale nella rapina: “Appena inizia la manovra il Ruci tenta di scendere dall’auto. Pacifico che nel momento in cui si configura la condotta violenta il Ruci non ci fosse più, perché stava scendendo già durante la retromarcia”.

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