Dopo sei ore di udienza preliminare al tribunale di Cuneo il gup Cristiana Gaveglio ha deciso ieri sera, venerdì 12 luglio, il rinvio a giudizio di tutti i sedici indagati nell’ambito dell’inchiesta sui lavori del Tenda bis.
Il procuratore generale Onelio Dodero e il sostituto Chiara Canepa li indicano a vario titolo come responsabili di una serie di reati che comprendono furto, truffa aggravata, frode nelle pubbliche forniture e falso ideologico sui documenti di cantiere.
A rispondere di questi reati sono perlopiù dipendenti della Grandi Lavori Fincosit spa, insieme agli incaricati dell’Anas e a vari professionisti responsabili di supervisioni e consulenze. Tra loro il direttore tecnico Antonino Froncillo e il capo cantiere di Fincosit Antonio Palazzo, nonché i funzionari Anas Vincenzo D’Amico, direttore dei lavori, e Giuseppe Rocco, direttore operativo.
La Procura contesta fra l’altro utilizzo di materiali da costruzione diversi da quelli previsti, la produzione di falsi stati di avanzamento lavori e il fatto di aver nascosto all’appaltante Anas e al committente (la Commissione intergovernativa franco-italiana) i gravi difetti strutturali del tunnel in costruzione.
Le indagini, condotte a partire dal settembre 2016, erano arrivate alla svolta con una vasta operazione della Guardia di Finanza il 24 maggio 2017, quando fu disposto il sequestro del cantiere i cui lavori procedevano dal 2013. Il blitz si concluse con l’esecuzione di nove misure cautelari, tra cui cinque arresti domiciliari. I lavori per la costruzione della galleria furono sospesi ad aprile 2018 e sono ripresi solo a maggio di quest’anno, dopo la firma del nuovo contratto d’appalto tra Anas e Ati Edilmaco.
A seguito delle contestazioni lo Stato francese, il Comune di Limone Piemonte e Anas si sono costituiti parte civile. Il prossimo 10 ottobre si terrà la prima udienza.