“Si parla spesso del caporalato come di una piaga del sud Italia e ci si dimentica che anche al nord esiste questo fenomeno di sfruttamento – prosegue la deputata cuneese – che si insinua anche nei settori di eccellenza come quello della viticoltura. In una terra come la nostra, che ha visto la lotta al bracciantato per i diritti dei lavoratori e dei contadini, credo che da parte di tutto il tessuto agricolo ci debba essere maggiore attenzione e responsabilità nel respingere il caporalato e i suoi metodi criminali. Per le nostre aziende è una questione di reputazione, ma per noi tutti è una questione di civiltà.” Conclude.