Si sarebbe parlato di due tacchini “da ricevere vivi con la testa o morti senza testa” nelle telefonate arrivate nel settembre del 2020 dal deputato leghista di Terracina Francesco Zicchieri.
Un paio di chiamate da numero sconosciuto che avevano inquietato il parlamentare, convinto che si trattasse di un’allusione ai suoi figli. Nella prima occasione il deputato si trovava al ristorante in compagnia di altre due persone, nell’imminenza di una visita di Matteo Salvini in città e del ballottaggio per le amministrative nel comune laziale. “Ho sempre accettato il confronto politico e la critica costruttiva, ma non i gesti vili - aveva dichiarato Zicchieri -. È il termine più elegante per definire le minacce che hanno toccato me e la mia famiglia. Ho avuto e ho paura, non lo nascondo, perché prima di tutto sono un uomo e un padre di due splendidi bimbi. Ma tutto questo non mi fermerà, ve lo assicuro. Il mio è un impegno d'onore. Anzi, mi convince ancora di più che stiamo procedendo nella direzione giusta”.
Su quelle presunte minacce ha indagato a seguito della denuncia la Procura di Latina. Il reato ipotizzato è grave: si procede infatti per violenza e minaccia a un corpo politico, un’imputazione per la quale le pene arrivano fino a sette anni. Grazie ai tabulati telefonici, ottenuti dal sostituto procuratore Simona Gentile previa autorizzazione della Camera, si è risaliti agli autori della telefonata. Sono un ragazzo di Salerno e un suo amico di Cuneo, minorenne all’epoca dei fatti.
Agli inquirenti hanno spiegato che è stata tutta una burla. Il numero lo avevano scovato su un sito internet, ignari di chi fosse Zicchieri e del fatto che si trattasse di un parlamentare. Sul web si trova un testo identico a quello che i ragazzi dicono di aver “recitato” al telefono: “Salve! La sto chiamando per poter programmare la consegna. Sì, la consegna dell'ordine che ha effettuato. Il mio collega mi ha detto che stava aspettando la nostra telefonata. Si tratta di un ordine di due tacchini vivi. Sì, corretto. Due tacchini. Sì, vivi come da richiesta. Noi vendiamo solo la carne più fresca che mai. Cosa significa, che non li ha ordinati? Sono sicuro che questo sia il numero giusto. Sa quante persone ordinano tacchini vivi? Non molte. Beh, cosa dovrei farmene dei due tacchini? Figa, stanno diventando irrequieti. Ascolti, io devo consegnarli ora! Li scarico all'indirizzo riportato sulla sua carta di credito. Arrivederci!”.
Sarebbe questo, insomma, il tono della criptica chiamata ricevuta dall’esponente politico. “Chiedo scusa anche a nome di mio figlio all'onorevole Zicchieri” ha detto il padre dell'autore della telefonata, un dipendente Asl di Salerno, rintracciato alcuni giorni fa da La Repubblica. Anche i familiari del cuneese assicurano che si è trattato solo di una burla. Ora però sarà la Procura a decidere se archiviare l’indagine, accontentandosi della “lavata di capo” ricevuta dai giovani, o procedere oltre.