La Polizia sta notificando in queste ore a cinque indagati l’avviso di conclusione delle indagini preliminari sulla morte di Emanuele Scieri, il parà nato a Cuneo trovato senza vita il 16 agosto del 1999 all’interno della caserma “Gamerra” di Pisa. A riferire la notizia è
l’agenzia Adnkronos: a coordinare le indagini è stata la Procura della Repubblica di Pisa, l’inchiesta è stata svolta dalla Squadra Mobile di Firenze e dalla Polizia Giudiziaria della Procura stessa. Il caso era stato inizialmente archiviato come suicidio, per poi essere riaperto nel 2017 in seguito al lavoro di una Commissione d’inchiesta parlamentare.
La Procura di Pisa ha chiuso l'inchiesta dopo il deposito della perizia svolta dalla professoressa Cristina Cattaneo, ordinario di medicina Legale all'Università di Milano e direttore del Labanof (Laboratorio di antropologia e odontologia forense), sui resti del parà siracusano, all’epoca dei fatti ventiseienne, riesumati lo scorso anno.
Prima della magistratura ordinaria, lo scorso 12 maggio, a chiudere a propria volta l’inchiesta sulla morte di Scieri era stata
la Procura militare di Roma, con l’avviso di conclusione indagini che era stato notificato a tre ex commilitoni. Il reato contestato è quello di violenza ad inferiore mediante omicidio pluriaggravato in concorso.
Secondo la ricostruzione della Procura militare, Emanuele Scieri fu ucciso da tre caporali che, per punirlo dopo averlo sorpreso al telefono, lo picchiarono, lo costrinsero a salire su una torre, da cui lo fecero cadere, e lo lasciarono a terra agonizzante. La morte sarebbe avvenuta tre giorni prima del ritrovamento del cadavere.