CUNEO - La Procura Militare chiude le indagini sulla morte di Emanuele Scieri: tre ex caporali indagati per omicidio

La morte del parà nato a Cuneo avvenne il 13 agosto del 1999 nella caserma 'Gamerra' di Pisa. Il caso fu archiviato come suicidio, ma venne riaperto nel 2018 dalla Procura pisana

a.d. 12/05/2020 16:34

Emanuele Scieri fu ucciso da tre caporali che, per punirlo dopo averlo sorpreso al telefono, lo picchiarono, lo costrinsero a salire su una torre da cui lo fecero cadere e lo lasciarono a terra agonizzante. E’ quanto sostenuto, lo riporta l’agenzia giornalistica AGI, dalla Procura Militare di Roma, diretta da Marco De Paolis, che aveva riaperto il caso lo scorso novembre e che ora ha emesso un avviso di conclusione indagini per il reato di “Violenza ad inferiore mediante omicidio pluriaggravato in concorso”.
 
La morte del parà nato e cresciuto a Cuneo, all’epoca dei fatti ventiseienne, avvenne la sera del 13 agosto del 1999 all’interno della caserma “Gamerra” di Pisa. Il caso fu inizialmente archiviato come suicidio, ma venne riaperto nel 2018 dalla Procura pisana, che indaga tutt’ora.
 
I tre ex caporali della Folgore responsabili secondo la Procura Militare romana della morte di Scieri sono Andrea Antico, 41 anni, originario di Casarano (Lecce) ed attualmente in servizio presso il 7° Reggimento Aves (Aviazione dell'Esercito) di Rimini, Alessandro Panella, 41 anni, nato a Roma e residente a San Diego, in California, ma domiciliato a Cerveteri (Roma) e Luigi Zabara, 43 anni, nato in Belgio, a Etterbeec, e residente a Castro dei Volsci (Frosinone).
 
I tre indagati, si legge nel provvedimento della Procura Militare, “agendo in concorso tra loro e per cause non estranee al servizio e alla disciplina militare, cagionavano con crudeltà la morte dell’inferiore in grado Allievo-paracadutista Emanuele Scieri” con le “aggravanti del grado rivestito, dell’aver agito con crudeltà e profittando dell’orario notturno”.
 
Il padre di Scieri, Corrado, originario di Siracusa, è morto nel 2011 ed era funzionario delle Dogane a Cuneo, la madre Isabella Guarino insegnava lettere: i due nel 2007 hanno pubblicato il libro “Folgore di morte e libertà” denunciando l'omertà che per anni ha intralciato le indagini sulla morte del figlio. 
 

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