VINADIO - L’aggressione a un camionista sulla strada della valle Stura: c’è anche un’accusa di rapina

La denuncia di un autotrasportatore marocchino porta a processo un collega italiano. Dopo una lite gli avrebbe spento una sigaretta in faccia e danneggiato il mezzo

Andrea Cascioli 14/02/2025 15:55

Una lite stradale tra due camionisti, pare per un sorpasso azzardato, è all’origine del processo contro un autotrasportatore italiano, L.S., denunciato da un collega marocchino. L’elenco delle imputazioni è lungo: lesioni personali, minaccia, danneggiamento e rapina, quest’ultima accusa riferita alla presunta appropriazione di una telecamera GoPro che si trovava nell’abitacolo del camion.
 
Tutto sarebbe accaduto a breve distanza dallo stabilimento dell’Acqua Sant’Anna di Vinadio, lungo la Statale 21. L’autista, presunta vittima dell’aggressione, aveva appena ultimato un carico e stava ripartendo per Milano. Un autocarro a un certo punto gli avrebbe tagliato la strada, costringendolo a frenare per evitare lo scontro: “Ho suonato il clacson. L’altro si è fermato in mezzo alla strada ed è sceso, urlava ‘scendi, scendi’. Io sono rimasto sul camion con le porte chiuse”. Non era finita lì, perché il guidatore inferocito avrebbe preso una sbarra di ferro e spaccato il fanale sinistro del rimorchio sull’altro mezzo.
 
Quando il marocchino era sceso dalla cabina, spiega, l’altro uomo gli aveva spento una sigaretta sul volto, all’altezza dell’occhio sinistro: “Urlava ‘tunisino di m…, avete rovinato questo mestiere’” aggiunge la persona offesa. Il segno sul volto è poi stato notato sia da un carabiniere di pattuglia, il primo a venire incontro al camionista a Moiola, sia da un poliziotto che l’aveva incontrato a Cuneo. Una volta risalito sul mezzo, il trasportatore si sarebbe accorto che la telecamera interna era stata asportata: lui, in precedenza, aveva filmato l’accaduto per un paio di minuti con il suo cellulare, riprendendo anche la targa dell’altro mezzo.
 
L’indizio ha permesso ai carabinieri di risalire al presunto responsabile delle violenze, tramite gli accertamenti condotti presso la sede della Sant’Anna. Chi ha denunciato l’episodio dice di non aver mai più incontrato quella persona presso lo stabilimento di Vinadio, dove lui si reca spesso per lavoro.
 
Il prossimo 7 marzo verrà prodotto in aula il video registrato con il telefonino, prima della conclusione dell’istruttoria e della discussione.

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