CUNEO - Lanciò oggetti contro i vigili al Movicentro, ora il processo si deve fermare

L’imputato, un cittadino gambiano, risulta irreperibile. Solo in caso di rintraccio si potrà arrivare a una sentenza

Andrea Cascioli 14/06/2024 18:00

Solo dopo l’istruttoria e la discussione ci si è accorti che il processo contro Y.S., imputato di resistenza a pubblico ufficiale e lesioni, doveva essere fermato. La ragione è di carattere tecnico: l’accusato, un cittadino gambiano formalmente residente a Villafranca di Verona, risulta irreperibile.
 
Non c’è prova che sia a conoscenza del procedimento avviato contro di lui a Cuneo, per un episodio che risale all’aprile del 2022. Ne ha parlato in aula l’agente Maurizio Dadone, intervenuto insieme a un collega, quel pomeriggio, dal distaccamento di corso Giolitti: “Sotto i portici di piazzale Libertà una signora ci aveva fermati e aveva descritto un signore di colore, in stato di alterazione, che aveva preso a calci bidoni e macchine. La signora segnalava che il soggetto si era diretto verso la zona del Movicentro: ci siamo portati nella parte bassa, attraversando il sottopasso all’epoca usufruibile, all’ingresso della farmacia”.
 
Alzando lo sguardo, i vigili avevano notato un soggetto che aveva tirato contro di loro un bicchiere e che teneva in mano una scopa di saggina: “Aveva una birra da 66 cl in mano, ci è venuto incontro quando siamo saliti e l’ha scagliata in terra. Probabilmente ci insultava in inglese, ripetendo frasi come ‘kill me police’ e insulti”. I civich avevano cercato di calmarlo e identificarlo, cosa per cui era stato necessario contenerlo: “Ha dato in escandescenze vedendoci in divisa, senza che ci fossimo neanche avvicinati. Aveva assunto alcol e probabilmente sostanze stupefacenti”.
 
Insieme ai colleghi del terzo turno, intervenuti a supporto, Dadone e l’altro agente erano riusciti a bloccare il gambiano, riportando lievi ferite. Per la sola accusa di resistenza il pm Alessandro Borgotallo aveva chiesto una condanna a dieci mesi di reclusione. L’avvocato Mario Conti, difensore dell’imputato, ha osservato che “la scriminante è lo stato di salute mentale del soggetto: sappiamo per certo che era in stato di forte alterazione e non si sa cosa sia successo dopo che è stato portato via”. A fronte dell’irreperibilità dell’uomo, il giudice Marco Toscano ha dichiarato non doversi procedere. In caso di rintraccio, entro il 2037, il caso verrà riaperto.

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