BUSCA - L’elettricista morì su una piattaforma a Busca, accuse contro quattro imprenditori

Daniele Peroncelli, 32 anni, era padre di una bimba di due anni. Nel 2020 l’incidente mortale in un capannone della Trae, dove stava lavorando in subappalto

a.c. 17/11/2023 19:31

Una manovra sbagliata e un urto fatale contro una delle capriate del soffitto. La giovane vita di Daniele Peroncelli si è spezzata così, a 32 anni, mentre lavorava in un capannone nello stabilimento Trae di Busca.
 
Papà di una bimba da due anni, Peroncelli viveva in paese con moglie e figlia. In molti lo conoscevano, oltre che per il suo lavoro di elettricista, perché era stato membro della Pro Loco di Bosco di Busca, la frazione di cui era originario, nonché candidato del Movimento 5 Stelle alle comunali del 2014 e attivista negli anni successivi. Quel giorno, il 14 gennaio del 2020, sarebbe dovuto intervenire sui punti luce di un capannone ancora in costruzione, all’interno dell’impresa di autotrasporti. Operava in subappalto per conto della IMQ, un’azienda di Busca della quale era stato dipendente, prima di mettersi in proprio.
 
L’elettricista però non era abilitato all’utilizzo del carrello elettrico, peraltro di proprietà di un imbianchino, che stava a sua volta lavorando nel capannone. La Procura di Cuneo ritiene corresponsabili dell’incidente mortale il proprietario della Trae, D.B., gli amministratori della IMQ, D.Q. e M.Q., e lo stesso S.B., l’imbianchino titolare di una ditta autonoma. In base alla posizione del corpo, gli ispettori dello Spresal hanno ipotizzato che Peroncelli non si fosse avveduto della capriata, quando l’ha colpita subendo un trauma cranico. Un’ipotesi contestata dalle difese, in particolare quella della IMQ, secondo la quale è possibile che l’elettricista stesse procedendo in retromarcia e che un comando sbagliato lo abbia tradito.
 
La scarsa visibilità del quadro comandi sul carrello è stata oggetto delle prescrizioni dello Spresal dopo l’incidente e anche del confronto in aula. Non risulta, tuttavia, che l’imbianchino proprietario del mezzo avesse autorizzato l’elettricista ad utilizzarlo. Sulla piattaforma, acquistata nel 2017, erano state svolte regolari verifiche in ciascuno dei due anni successivi, senza che si evidenziassero problematiche tecniche. Tra i dipendenti della IMQ, l’azienda titolare dell’appalto originario, una sola persona era indicata come abilitata all’utilizzo di piattaforme elevabili.
 
Un lavoro come quello richiesto a Peroncelli, in ogni caso, non si sarebbe potuto svolgere con una semplice scala: lo sostiene l’ispettore Spresal Fausto Cavallo, sulla base degli accertamenti. “Le lampade oggetto della manutenzione - spiega - erano posizionate sul soffitto, tra una capriata e l’altra. Non c’era quindi la possibilità di utilizzare una scala in sicurezza, anche se fosse stata di lunghezza adeguata. Di norma per questo genere di interventi si ricorre a una piattaforma o a un trabattello”. “Una persona senza esperienza e senza formazione non poteva condurre il carrello in sicurezza” conferma il tecnico specializzato che insieme agli ispettori verificò la funzionalità del macchinario, subito dopo la tragedia.
 
Il prossimo 28 novembre l’istruttoria proseguirà con altri testimoni.

Notizie interessanti:

Vedi altro