CUNEO - Mano pesante del giudice con un ladro di monetine: nove anni di carcere

Il pluripregiudicato 49enne, residente a Cuneo, aveva rubato una bici e scassinato la Caffetteria del Principe. Nel suo “curriculum” già venti condanne per furto

a.c. 04/02/2022 17:41

Sconterà nove anni di carcere più due ulteriori anni in una casa di lavoro, salvo che la sentenza non venga riformata nei successivi gradi di giudizio, il pluripregiudicato condannato stamani per il furto di una bicicletta e per aver sottratto l’incasso di un bar del centro di Cuneo.
 
Una pena pesante, quella comminata dal giudice Elisabetta Meinardi, in considerazione dei numerosissimi precedenti dell’imputato, dichiarato delinquente abituale e sanzionato anche con tremila euro di multa. Nel suo casellario figurano venti precedenti condanne per furto, più varie evasioni e ricettazioni.
 
L’ultimo episodio per cui era a processo risale al 10 dicembre di due anni fa. A mettere la polizia sulle sue tracce era stato un residente di via Vittorio Amedeo II, autore di una telefonata raccolta dal centralino del 112 poco prima delle tre. L’uomo, abitante nei pressi della Caffetteria del Principe, affermava di aver sentito il rumore di una serranda che si alzava e di aver visto una persona che si allontanava in bicicletta, tenendo sotto il braccio una cassetta. Poco dopo lo stesso soggetto era stato avvistato di nuovo: il testimone ne descritto l’abbigliamento, affermando però di non essere riuscito a vederlo in volto.
 
Le volanti della Questura si erano subito messe sulle tracce dell’individuo segnalato. In soli quattro minuti, complice il fatto che all’epoca Cuneo era in zona rossa e vigeva ancora il coprifuoco notturno, avevano individuato una persona corrispondente alla descrizione. Si trattava di Giantommaso Carbone, nato a Paola (Cosenza) nel 1972 e residente a Cuneo. Fermato nei pressi del rondò Garibaldi, il passante mostrava un rigonfiamento in una tasca del giubbotto: qui gli agenti avevano trovato una pila ancora accesa e 148 euro in monete. All’imbocco di via senatore Toselli, poco distante, era stata rinvenuta una bicicletta abbandonata, che è poi risultato essere stata rubata da un garage di via Coppino. Nessuna traccia, invece, del registratore di cassa sottratto alla Caffetteria, la cui serranda era stata scassinata.
 
Carbone ha proclamato la sua innocenza anche durante il processo, affermando di aver preso le monetine da casa e di essere uscito presto perché aveva intenzione di prendere il primo treno per Torino e acquistare sostanze stupefacenti. Una giustificazione a cui non hanno creduto gli agenti e nemmeno il procuratore Raffaele Delpui: “Erano le tre di notte, avrebbe dovuto attendere almeno due ore per prendere un treno. La descrizione fisica fornita dal testimone è compatibile con quella del fermato e tutti i dettagli temporali corrispondono”. Per lui è stata quindi richiesta dall’accusa la pena di tre anni e tre mesi. Di parere opposto l’avvocato Leonardo Roberi: il difensore dell’imputato ha rilevato in particolare che la bicicletta era stata recuperata solo un’ora dopo il fermo di Carbone e che del cassetto avvistato dal testimone non si è trovata traccia.

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