Le colline di Langhe e Monferrato sono conosciute in tutto il mondo per la produzione vinicola, ma a quanto pare la coltivazione della vite non è la sola a trovare giovamento nelle terre del Piemonte meridionale. La Squadra Mobile della Polizia di Stato di Cuneo ha smantellato un centro di produzione di marijuana - “di qualità eccellente” - a Canelli, secondo centro dell’Astigiano per importanza, arrestando due persone e denunciandone una terza.
Le indagini sono partite a fine ottobre, quando gli agenti hanno notato un incremento del consumo di droghe leggere sulle piazze di Cuneo e Asti. Approfondimenti su una serie di sospetti hanno portato al restringimento del cerchio intorno a due uomini di nazionalità albanese, che facevano - apparentemente senza motivo - la spola tra la Granda e le colline del Monferrato. Nello specifico i due schipetari si recavano sistematicamente in un casolare isolato situato nel comune di Canelli. La perquisizione, avvenuta a fine ottobre, ha portato al rinvenimento di un’ingente quantitativo di marijuana. “Si tratta di uno dei più grandi sequestri di sostanze stupefacenti effettuati dalla sezione antidroga della Mobile”, ha sottolineato il commissario Giancarlo Floris.
Il casolare che i due albanesi affittavano da un uomo del luogo (risultato estraneo ai fatti) era stato adibito a serra professionale. All’interno sono stati trovate 225 piantine di marijuana in stato vegetativo avanzato e 47 chilogrammi di pacchi di piante essiccate, pronti a essere immessi nel mercato dello spaccio. Le stanze dello stabile, distribuite su due piani, erano state ottimizzate con materiali d’avanguardia: trasformatori, lampade, deumidificatori e ventilatori con filtro a carbone attivo (per non far sentire l’odore all’esterno). L’ingegnoso sistema messo in atto dai produttori attingeva energia elettrica da un palo della luce nelle vicinanze dell’abitazione. Gli investigatori hanno stimato che il circuito portasse circa 25 chilowatt all’interno dell’abitazione. Nel giorno della perquisizione è stato arrestato ‘il custode’ della serra: Hilaj Dode, 28 anni, albanese, privo di precedenti ed entrato in italia con un visto del 7 luglio 2020. “Un insospettabile” a detta degli inquirenti.
Nell’occasione non sono stati trovati né contanti, né materiale per il confezionamento: indizio che la cascina era esclusivamente un centro di produzione di droga e non di spaccio. Nei giorni successivi al blitz gli uomini della Mobile hanno arrestato, su mandato del Gip di Asti, uno dei due sospettati che facevano avanti e indietro dal Cuneese al casolare di Canelli: si tratta di Luzaku Besmir, 33 anni, residente tra Racconigi e Cavallerleone. La misura cautelare è stata eseguita poche ore prima che l’uomo, allarmato per l’arresto di Hilaj, fuggisse in Albania. Quando gli uomini dell’antidroga sono arrivati stava caricando la macchina con dei borsoni, con sé aveva un passaporto falso. Luzaku ha precedenti penali, ma non in materia di stupefacenti.
Il terzo uomo, 42 anni, albanese residente a Cuneo, ha ricevuto un avviso di garanzia, ma su di lui non sono state emesse misure cautelari. Il Gip non ha ravvisato il pericolo di fuga e reiterazione del reato. Nella perquisizione effettuata nella sua abitazione del capoluogo non è stato trovato nulla di rilevante.
I tre risultano indagati per produzione e detenzione di sostanze stupefacenti e per il furto di energia elettrica, mentre la Polizia scientifica sta indagando per capire la quantità di THC contenuta all’interno delle piante. “Si tratta di un risultato investigativo molto importante - ha commentato il capo della Squadra Mobile Pietro Nen -. I malviventi avevano scelto una zona isolata per sfuggire ai controlli, ma non hanno fatto i conti con la Questura di Cuneo”.