Nel settembre di tre anni fa una donna si era presentata negli uffici della Questura di Cuneo per denunciare il suo ex medico curante. Violenza sessuale, l’accusa. Secondo la signora, ultracinquantenne, nel corso di due diverse visite il dottore l’avrebbe palpeggiata in modo inappropriato, indugiando con lo sguardo sulle sue parti intime.
La prima volta, racconta, era accaduto quando lei si era presentata in studio accusando crampi addominali: “Oltre alla pancia ha controllato il seno e poi ha chiesto di tirare giù le mutandine, io ho specificato che il dolore era all’addome”. Di fronte ai giudici, ha ricordato di aver parlato di quanto era accaduto in ambulatorio con una segretaria dello studio: “Mi disse che le dispiaceva fosse successo anche a me. Un’infermiera mi confermò invece di aver sentito racconti analoghi da altre donne”. La seconda volta, a distanza di poche settimane, era tornata dal dottore per mostrargli alcuni lividi sulle cosce: “Naturalmente doveva vederli, quindi ho tirato giù i pantaloni. Però anche in quel caso mi ha palpato il seno, con sguardi ravvicinati”. In quell’occasione, ha aggiunto, il medico le avrebbe divaricato le cosce e toccato le parti intime. Era maturata allora la decisione di rivolgersi ad altri professionisti e di denunciare l’accaduto. “Da una parte, - ha spiegato l’autrice della denuncia - nella mia testa pensavo che si comportasse comunque da medico, dall’altra queste due visite sono state l’apice della mia percezione negativa su di lui”. La risposta della segretaria, in particolare, l’aveva convinta che quelle non fossero solo sensazioni personali: “Non volevo che succedesse ad altre donne”.
Il dottore sotto accusa è un professionista con molti anni di esperienza a Cuneo. Prima di formalizzare le imputazioni contro di lui, la Procura ha voluto ascoltare altre donne che erano state sue pazienti e che poi avevano cambiato medico della mutua: in totale, si è scoperto, 104 donne avevano rinunciato ai suoi servizi negli ultimi tre anni. Tredici di loro sono state sentite negli uffici della Questura, insieme alle due segretarie. L’ispettore Mariella Faraco, a domanda del difensore, ha precisato di non aver verificato se quel numero di rinunce fosse anomalo rispetto ad altri medici di base, o sproporzionato a paragone con i mutuati di sesso maschile.
Stamane in aula sono sfilate le prime tra le ex pazienti chiamate come testimoni. Alcune hanno confermato le accuse: “Ero andata per un’infezione all’orecchio, senza dirmelo lui mi ha messo una mano sul seno” ha detto la 52enne, precisando di aver cambiato medico quella settimana stessa. “Ho pensato fosse il suo modo di fare, ma mi ha dato fastidio” ha riferito una 36enne, evidenziando analoghi atteggiamenti. Un’altra ex mutuata ha definito “anomala” la visita cui era stata sottoposta a seguito di un disturbo alle vie urinarie: “La visita mi è stata fatta con particolare riguardo al seno. Lui ha liquidato la questione senza ulteriori accertamenti, un anno dopo il problema si è ripresentato e sono andata da un urologo. È emerso che si trattava di un tumore alla vescica”.
C’è anche però chi nega di aver mai notato atteggiamenti inappropriati da parte del medico, comprese le due segretarie dell’ambulatorio. Quella che la presunta vittima aveva chiamato in causa, in particolare, ha molto ridimensionato la portata delle affermazioni fatte in sede di interrogatorio: “Ricordo di aver raccontato che lui ha un certo modo di fare, si avvicina molto alle persone anche perché non vede bene. Ma non ho mai detto che avesse messo le mani addosso a me o alle pazienti”. La segretaria ha precisato di ricordare il colloquio che aveva avuto con quella paziente e il disagio da lei manifestato, ma ha aggiunto di non essere certa di averle mai detto “mi dispiace sia successo anche a te”: “Non avevo mai ricevuto lamentele analoghe”. Anche l’altra dipendente amministrativa dello studio ha chiamato in causa la miopia del dottore per spiegare la sua tendenza ad avvicinarsi alle persone: “Non vede molto bene, può capitare che fissi in modo strano”. Il 5 maggio è fissata l’audizione dei testi oggi non comparsi e dell’imputato.