Ha ammesso di aver estratto un coltello di fronte al buttafuori della discoteca, ma senza l’intenzione di minacciarlo. La giustificazione non è bastata a un giovane di Cuneo, F.Z., per evitare una condanna per minaccia aggravata dall’uso di armi.
A denunciarlo la scorsa vigilia di Natale erano stati i carabinieri intervenuti per sedare un diverbio, di fronte alla discoteca Colibrì di Madonna dell’Olmo. Pochi minuti prima F.Z. e due suoi amici erano stati respinti dai buttafuori del locale. Una decisione che i giovani, uno dei quali appena quindicenne, non avevano accettato. Ne era nato un parapiglia nel corso del quale a F.Z. era stato sequestrato per ben due volte un coltello: un’arma di circa 17 centimetri, secondo uno dei militari intervenuti.
“Lo avevo in mano, ma non l’ho mai minacciato. Ero arrabbiato perché avevano picchiato un mio amico minorenne” ha spiegato al giudice Elisabetta Meinardi l’imputato, classe 1999, non ancora ventitreenne. Il ragazzo ha detto di aver assistito all’aggressione ai danni del quindicenne, il quale - sostiene - sarebbe stato aggredito perché aveva cercato di aggirare lo sbarramento all’ingresso della discoteca. Nega però di aver portato con sé da casa l’arma, che avrebbe invece recuperato da un coetaneo incontrato sul posto: “Me lo ha dato questo ragazzo che conosco solo di vista. Mentre ci insultavamo a vicenda il bodyguard lo ha sequestrato, poi sono arrivati i carabinieri”. L’amico maggiorenne che era con lui quella sera ha confermato la versione difensiva: “Ha fatto uscire il coltello, ma non in modo minaccioso. Stava solo gesticolando”.
L’arma sarebbe stata sequestrata per ben due volte dalla sicurezza del locale. A detta dei buttafuori, l’esclusione di quel gruppo era motivata da una serie di problemi verificatisi in altre occasioni. In uno di questi episodi, gli stessi ragazzi sarebbero stati sorpresi nell’atto di lanciare bottiglie in sala fumatori. Uno dei carabinieri intervenuti ha precisato di non aver notato segni visibili di aggressione su nessuna delle persone identificate. Nessuno, inoltre, aveva richiesto l’intervento del 118.
Il pubblico ministero Alessandro Bombardiere ha chiesto la condanna dell’imputato a tre mesi di reclusione, evidenziando il fatto che il buttafuori aveva udito chiare frasi di minaccia ed era riuscito a disarmarlo solo approfittando di un suo momento di distrazione. Il difensore si è invece soffermato sulle circostanze: “Il buttafuori non si è davvero sentito minacciato perché c’era una transenna di mezzo. Inoltre, il ragazzo è stato disarmato per due volte e ciononostante l’arma gli era stata restituita una prima volta. Questo indica che non incuteva alcuna paura”.
Il giudice ha condannato F.Z. a tre mesi di reclusione, sostituendo la pena comminata con sei mesi di libertà controllata.