La prima ad attirare l’attenzione degli inquirenti è stata la
casa di riposo ‘don Rossi’ di Villanova Mondovì, dopo lo stillicidio di morti culminato nella decisione di evacuare la struttura nottetempo - e non senza polemiche - a costo di chiudere il Pronto soccorso dell’ospedale di Mondovì.
Ora sul tavolo del procuratore aggiunto Gabriella Viglione, che coordina il gruppo specialistico della Procura di Cuneo dedicato agli infortuni sul lavoro e ai reati sanitari, si accumulano altri faldoni. “Sono in corso accertamenti su diverse Rsa, sia in seguito a segnalazioni pervenuteci che a circostanze di fatto dalle quali sono emerse particolari criticità” conferma il magistrato.
Oltre alle case di riposo, sono sotto la lente degli uffici giudiziari anche le strutture sanitarie. Un fascicolo per omicidio colposo è stato aperto in relazione alla morte di Doina Bucataru, la 61enne oss rumena residente a Monterosso Grana deceduta lo scorso 14 aprile all’ospedale Carle di Cuneo, dopo due settimane di ricovero in rianimazione. La donna, operatrice sociosanitaria dal 2011, era stata impegnata nel reparto di Pneumologia del Carle fin dall’inizio dell’emergenza ed è presumibile che proprio qui abbia contratto la malattia purtroppo rivelatasi fatale.
Trattandosi a tutti gli effetti di una malattia professionale, la segnalazione è arrivata in questo caso dal medico legale dell’Inail. Su questo punto il fronte caldo è quello sanitario e assistenziale: tra i lavoratori del settore, secondo le stime più recenti della FP Cgil, si contano
dal 20% al 25% degli oltre duemila contagi registrati in provincia di Cuneo. Ma non è affatto escluso che specifiche negligenze in altri ambiti di lavoro possano portare a conseguenze penali.
“In teoria è possibile, ma perché sussista una colpa bisogna che ci sia prima un obbligo che non è stato osservato” precisa Viglione. In altre parole, chi non osserva le misure emergenziali previste - dalla fornitura di mascherine e dispositivi di protezione ai propri dipendenti al rispetto del distanziamento tra i lavoratori – potrebbe essere chiamato a risponderne. Un fatto di cui certo bisognerà tenere debito conto anche in vista della ‘fase due’ e della riapertura delle attività economiche tuttora bloccate.