CUNEO - Movida in via Pellico, il pm chiede l’assoluzione: “Attività lecita dai locali”

A processo per disturbo della quiete le titolari del Chicken King e del bar Mirela, denunciate dai vicini: “Per gli schiamazzi hanno fatto quello che potevano”

Andrea Cascioli 16/04/2024 18:55

Dopo anni di polemiche, riunioni, interventi delle forze dell’ordine, del comitato di quartiere Cuneo Centro e del Comune, la penultima parola sul “caso” via Pellico - prima di quella del giudice - la dice il pubblico ministero Alessandro Bombardiere: “Le imputate, nei limiti delle loro possibilità, hanno portato avanti un’attività lecita, forti dei permessi in deroga rilasciati dal Comune, e si sono attivate perché gli schiamazzi non arrivassero oltre una certa soglia”.
 
La Procura chiede perciò di non punire, nemmeno con un’ammenda, le titolari dell’ex Chicken King Latino’s e del vicino bar Mirela, entrambe accusate di disturbo della quiete pubblica. Un precedente importante, comunque vada a finire il processo, perché finora la pubblica accusa aveva sempre chiesto - e ottenuto - condanne nei confronti dei locali cuneesi: ultime quelle contro il Lucertolo’s e gli Ex Lavatoi. Questa volta non si ravvisano gli elementi per dichiarare la responsabilità penale. Il che non vuol dire, certo, che i problemi in quella via non esistessero, anche a causa della compresenza di altri fenomeni: lo spaccio e le occasionali risse tra ubriachi in testa. Soprattutto nel caso della polleria sudamericana, che oggi ha cambiato gestione, sono stati segnalati almeno quattro o cinque interventi della polizia e dei vigili nel biennio 2020-21, quello oggetto della querela presentata da un gruppo di vicini.
 
C’è anche chi ha testimoniato senza essersi costituito parte civile, anzi senza nemmeno aver sottoscritto la denuncia. È il caso di un residente, docente di musica del Conservatorio, che ha eseguito per conto suo alcune misurazioni fonometriche nelle serate più “calde”: i decibel arrivavano oltre i 60 nelle serate in cui il bar organizzava i karaoke. “A valori tra 80 e 90 decibel - ha spiegato il teste “esperto” - inizia a esserci una pressione sonora importante, come un’orchestra che suona molto forte”. Lui stesso, padre di un bimbo di pochi mesi all’epoca, ha spiegato di aver rivoluzionato la disposizione della casa per poter riposare: “Io non sono contro la musica, - ha precisato - anzi ci lavoro: la mia opinione personale è che si potesse tenere il volume più basso”.
 
“I residenti hanno atteso anni prima di decidere l’azione giudiziaria, quando ormai la qualità della loro vita aveva subito una notevole diminuzione” ha detto nelle sue conclusioni l’avvocato Claudio Massa, insistendo nella richiesta di condanna: il legale dei residenti ha ricordato che per le serate karaoke non erano state chieste deroghe nell’anno 2021, come confermato dal dirigente comunale. Troppo poco sarebbe stato fatto anche in ordine ai problemi di ordine pubblico: “Non risulta ci siano chiamate alle forze dell’ordine dal Chicken King: esiste un solo episodio, quando la cameriera del locale era stata aggredita da un avventore”.
 
Agli interventi di polizia fa però riferimento anche il difensore delle imputate, l’avvocato Aldo Serale, quando osserva che “dalle relazioni delle forze dell’ordine, in un’area costantemente monitorata, non risultano particolari problematiche relative alla musica o ai rumori provenienti dai locali”. Sui livelli di rumorosità, peraltro, non sono mai state fatte valutazioni dall’Arpa: “La musica nel Chicken King proveniva dall’interno ed era diffusa da un televisore. Solo un condomino aveva accennato alla problematica dell’insonorizzazione, per questo l’imputata ne aveva parlato col proprietario ma non aveva avuto risposta”. Nel caso del bar Mirela, la cui proprietaria afferma di aver saputo delle lamentele solo dopo la denuncia, “non è dimostrato che ci sia stato un superamento dei decibel, anche in assenza di richieste di deroga nel 2021. Su undici condomini ci sono state solo due segnalazioni: nulla dagli altri, né dall’amministratore”.
 
Il prossimo 14 maggio il giudice ascolterà le repliche delle parti, prima di decidere.

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