Era appena uscito con la sua auto dal Penny Market di Borgo San Dalmazzo, quando è stato fermato da una pattuglia dei carabinieri per un controllo di routine.
Nulla di cui preoccuparsi, se non fosse che il guidatore era in quel momento - come si suol dire - ubriaco marcio. “Vedemmo un’auto che usciva dal parcheggio con un’andatura strana, andava molto piano e all’incrocio era passata senza dare la precedenza, costringendo un’altra vettura a frenare e sterzare” ha raccontato il militare che aveva fermato la Volvo in un pomeriggio del febbraio 2020. A bordo c’erano I.P., cittadino rumeno classe 1965 e residente in paese, sua moglie e il loro figlio, un bambino piccolo.
Il conducente, a detta del capo pattuglia, era in evidente stato di ebbrezza alcolica e aveva addosso alcune lattine di birra - prese verosimilmente nel supermercato - che aveva infilato nei pantaloni. Ovvia la richiesta di sottoporsi al test del palloncino che aveva dato un risultato esorbitante: 3,04 g/l di alcol nel sangue alla prima rilevazione, 3,19 g/l nella seconda. Il soggetto era stato quindi accompagnato in caserma: “Lo portammo a Cuneo e lui non oppose resistenza, era palesemente ubriaco. È stato collaborativo, siccome la moglie non aveva la patente ho accompagnato lei e il figlio a casa con la sua macchina”.
Per il 56enne la guida “a gomito alzato” sembra essere purtroppo un’abitudine. Già lo scorso marzo l’uomo era stato condannato a quattro anni di sospensione della patente per un episodio risalente al 2018. In quell’occasione era stato trovato alla guida con un tasso alcolico di 3,01 g/l, per giunta in un periodo in cui era già sottoposto a sospensione della patente. Questa volta il pubblico ministero Raffaele Delpui ha chiesto per il bevitore recidivo la pena di nove mesi di arresto. Il giudice Mauro Mazzi lo ha condannato a otto mesi, più 2500 euro di ammenda e ulteriori due anni di sospensione della patente: la pena dell’arresto è stata sostituita con sedici mesi di libertà controllata.