Dopo un 2020 da record a livello di interventi e persone soccorse, il consuntivo di attività del Soccorso Alpino e Speleologico Piemontese nel 2021 segna un ritorno a numeri in linea con il periodo pre-Covid, pur con alcune anomalie legate a un’annata in cui la pandemia ha comunque limitato le attività in montagna. Il secondo anno di pandemia da Covid-19 ha segnato una sorta di ritorno alla normalità per l’attività del Soccorso Alpino e Speleologico Piemontese dopo un 2020 che aveva registrato numeri da record sotto tutti i punti di vista. Nel corso del 2021, infatti, i tecnici SASP sono stati impegnati in 1.908 eventi di soccorso gestiti dalla Centrale Operativa, 1.492 missioni effettuate e 1.355 persone soccorse. Questo tipo di attività viene svolto dal servizio piemontese del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (CNSAS) a cui la Repubblica Italiana attribuisce le attività di soccorso e recupero degli infortunati in montagna, in ambiente ipogeo e in terreno impervio con le leggi 74/2001 e 126/2020. Il SASP effettua attività di soccorso sanitario in convenzione con il Dipartimento 118 della Regione Piemonte.
Da un punto di vista legislativo, il 2021 ha segnato un’ulteriore importante novità con l’approvazione da parte del Consiglio Regionale del Piemonte della Legge Regionale n. 20 del 28 luglio 2021 “Norme in materia di soccorso alpino e speleologico”.
Le chiamate in Centrale Operativa
Analizzando i numeri singolarmente, occorre iniziare dai 1.908 eventi gestiti dalla Centrale Operativa. Si tratta delle chiamate di emergenza provenienti dalle aree montane piemontesi che la Centrale del Nue 112 passa alle centrali dell’Emergenza Sanitaria piemontesi e al tecnico del Soccorso Alpino e Speleologico operativo h24 presso la sala di Grugliasco (To). Si tratta della prima diminuzione significativa in un trend di incremento che proseguiva da una quindicina d’anni e che ha riportato il numero al di sotto delle 2.146 chiamate registrate nel 2020 e delle 1.989 del 2019. Nel confronto con gli anni precedenti, occorre tuttavia segnalare che mancano all’appello le chiamate di emergenza provenienti dai comprensori sciistici che nell’inverno 2021 sono rimasti chiusi a causa della pandemia. In generale è quindi prematuro parlare di un’inversione del trend in un contesto dove il miglioramento delle infrastrutture telefoniche mobili consente di effettuare una chiamata di emergenza anche dalle aree più remote della regione, ormai anche grazie ad applicazioni per smartphone tra cui Georesq sviluppata dal CNSAS. Inoltre, si registra che nell’utenza è sempre più radicata l’abitudine a rivolgersi ai numeri telefonici dell’emergenza anche se occorre ricordare ai frequentatori della montagna che non bisogna mai fare esclusivamente affidamento al telefonino perché le porzioni di territorio ancora non coperte dalla rete sono ampie.
Le missioni di soccorso
Non tutte le chiamate di emergenza che raggiungono la Centrale Operativa diventano missioni di soccorso vere e proprie, infatti nel 2021 il 22% di esse è stato risolto dall’Operatore di Centrale mentre 1.492 sono stati gli interventi che hanno visto operare concretamente le squadre del Soccorso Alpino e Speleologico. Si tratta del numero più elevato mai registrato dal SASP anche a causa dell’aumento di operazioni di Protezione Civile che nel 2020 e nel 2021 hanno visto l’impiego dei volontari in attività di supporto per l’emergenza Covid-19 presso centri ospedalieri e centri vaccinali. Scorporando il dato per il 2021, si ottengono 1.226 missioni di soccorso sanitario e 266 missioni di Protezione Civile di cui 148 per attività legate alla pandemia.
Gli interventi di soccorso alpino vengono condotti in due modi: con il supporto dell’eliambulanza del Servizio Regionale di Elisoccorso (con a bordo il tecnico del SASP in tutte le missioni, non solo quelle montane) oppure esclusivamente dalle squadre a terra. Nel 2021 l’elicottero è intervenuto nel 58% delle missioni segnando una diminuzione rispetto agli anni precedenti e il conseguente aumento dell’impiego delle squadre a terra.
Le persone soccorse
Nel 2021 le persone soccorse sono state 1.355 (1.512 nel 2020) di cui 626 (46%) recuperate esclusivamente dalle squadre a terra contro 729 (54%) recuperate con il supporto dell’eliambulanza. Questo dato sottolinea l’importanza dei volontari a terra del soccorso alpino che hanno concretamente preso in carico quasi la metà degli infortunati. Rimane quindi centrale il ruolo di presidio del territorio montano da parte delle 54 stazioni del SASP dislocate in tutte le principali valli alpine e appenniniche del Piemonte. Delle 1.355 persone soccorse nel 2021, 412 erano illese (30%), 851 ferite (63%) e 92 decedute (7%). Da questo punto di vista è difficile stabilire un trend pluriennale, in particolare per quanto riguarda il numero elevato di decessi che supera ampiamente gli 85 del 2018, ma che si dimostra assai altalenante di anno in anno. L’82% delle missioni di soccorso hanno riguardato persone infortunate, il 14% sono state ricerche di persone disperse. Le principali cause di infortunio in montagna sono le cadute (46%) seguite dai malori (15%), e riguardano gli uomini nel 76% dei casi e le donne nel 24%. Infine, il 91% delle persone soccorse praticava attività del tempo libero contro il 6% di residenti in montagna e il 3% di persone infortunatesi in terreno impervio per lavoro. Da sottolineare, nel 2021, una maggiore incidenza degli incidenti da valanga che hanno provocato 4 decessi constatati sul terreno e altri 2 verificatisi successivamente in ospedale.
I volontari SASP
In conclusione, una nota positiva a proposito del numero di volontari. Tradizionalmente l’organico regionale si è caratterizzato per un basso tasso di avvicendamento, ma nel 2020 e nel 2021 si è registrato un leggero aumento del numero di tecnici che garantiscono l’operatività del SASP, passando a 1.182 volontari rispetto ai 1.171 del 2020.