CUNEO - Nelle carceri italiane quattro suicidi da inizio anno: uno anche a Cuneo

Si tratta di una persona che era arrivata in carcere da appena tredici giorni. Il Garante Nazionale: "Negli istituti italiani 13 mila detenuti in più rispetto ai posti disponibili, si prendano provvedimenti"

Redazione 16/01/2024 09:43

Sono già quattro i suicidi che si sono registrati nelle carceri italiane dall’inizio del 2024. Un caso anche a Cuneo: si tratta di una persona che era in carcere da tredici giorni: entrata il 28 dicembre, si è tolta la vita il 10 gennaio. A questi numeri vanno aggiunti i quattordici decessi catalogati come “morte per cause naturali”. I dati sono stati resi noti dl Garante Nazionale dei Diritti delle Persone Private della Libertà Personale.
 
Si legge in un comunicato diffuso nelle scorse ore: “La tendenza al sovraffollamento senza battute d’arresto è fenomeno in atto da un anno, con una progressione preoccupante rispetto agli anni precedenti: se alla fine del 2022 la popolazione detenuta era aumentata di circa 2 mila unità rispetto a dicembre del 2021, l’aumento registrato al 30 dicembre 2023 è esattamente del doppio, con circa 4 mila persone detenute in più. Negli ultimi tre mesi (dal 14 ottobre al 14 gennaio) l’aumento è stato di 1196 presenze, quindi, quasi 400 al mese”.
 
L’indice attuale dell’affollamento delle carceri italiane, alla data del 14 gennaio 2024, è del 127,54%: 60.328 persone detenute, 13 mila in più rispetto ai 47.300 posti disponibili, con punte di sovraffollamento del 232,10% nella Casa circondariale di San Vittore a Milano, del 204,95% nella Casa circondariale di Canton Mombello a Brescia, del 204,44% in quella di Lodi, 195,36 in quella di Foggia. 
 
La criticità della densità della popolazione detenuta - prosegue il documento - è aggravata dalla modalità con cui viene attuata la nuova disciplina della detenzione della media sicurezza, per la quale se le persone non sono impegnate in attività restano chiuse nelle camere di pernottamento: la carenza di attività, riscontrabile in modo diffuso nel nostro sistema penitenziario, determina, pertanto, la permanenza nel chiuso delle celle, in spazi che in due Istituti sono anche certificati come inferiori al limite dei 3 mq per persona per cui la Corte europea dei diritti dell’uomo ha indicato la forte presunzione di trattamento inumano, in violazione dell’articolo  3 della Convenzione, articolo che – lo ricordiamo -  non ammette deroghe, neppure in situazioni eccezionali”.  
 
Il Garante nazionale segnala “a tutte le Autorità responsabili che lo stato di sovraffollamento degli istituti penitenziari italiani non può attendere i tempi di progetti edilizi di diverso genere e non è colmato dalla realizzazione dei nuovi otto padiglioni inseriti dal precedente Governo nel PNRR, poiché essi potranno ospitare non più di 640 persone: una goccia rispetto all’eccedenza attuale di 13 mila detenuti rispetto ai posti disponibili”.
 
Prosegue il comunicato: “Il Garante nazionale raccomanda, pertanto, che si assumano provvedimenti urgenti di deflazione della popolazione detenuta come quelli introdotti con il decreto-legge 23 dicembre 2013 n. 146, sia pure di durata temporanea, e che si avvii in tempi rapidi la previsione normativa per consentire una modalità diversa di esecuzione penale per le persone condannate a pene brevi, inferiori ai due anni di reclusione, che oggi contano più di 4 mila unità; una modalità di forte rapporto territoriale, da attuare anche recuperando strutture demaniali già esistenti. Tali misure potrebbero ricondurre il sistema al rispetto della dignità della vita delle persone detenute e della finalità risocializzante della pena, anche nella prospettiva di prevenire quel disagio che è molto spesso dietro gli atti di suicidio in carcere”. 

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