Chiara Ferragni è stata iscritta nel registro degli indagati di Milano, con l’ipotesi di truffa aggravata, non solo per la vicenda del pandoro Pink Christmas della Balocco, ma anche per quelle delle uova di Pasqua della Dolci Preziosi e per la bambola Trudi.

 

È quanto emerge dall’atto con cui la Procura milanese, giovedì scorso, ha sollevato davanti al pg della Cassazione. Il procuratore dovrà decidere a breve sul conflitto tra procure che riguarda la competenza ad indagare, per il caso del dolce natalizio prodotto dalla Balocco a Fossano. La Procura di Cuneo sostiene infatti che l’“ingiusto profitto”, realizzato attraverso l’ipotetica truffa, sia quello derivante dalla vendita dei pandori: dunque gli incassi che andarono alla Balocco - non così consistenti, precisa l’azienda, tant’è che il 20% dei prodotti rimasero sugli scaffali.

 

L’indagine di Milano invece è più focalizzata sugli affari dell’influencer cremonese: non solo lo scandalo della mancata donazione all’ospedale Regina Margherita di Torino, quindi, ma anche le altre operazioni con un risvolto “benefico” che appaiono sospette. Una è quella relativa alla collaborazione avviata nel 2021 e nel 2022 con Dolci Preziosi, per la promozione di una linea di uova di Pasqua con le quali Ferragni e l’azienda produttrice sostenevano di voler aiutare la onlus veneta I Bambini delle fate. L’altro filone riguarda la bambola in edizione limitata creata dalla Trudi, che riproduceva le fattezze di Chiara Ferragni: i vertici dell’associazione antibullismo Stomp Out Bullying, cui sarebbero dovuti andare i ricavi del prodotto venduto sull’e-commerce del sito The Blonde Salad, hanno detto di non sapere chi sia Chiara Ferragni e di non aver mai ricevuto donazioni da lei.