Si è svolto in giornata un nuovo sopralluogo al bioparco AcquaViva di Caraglio, teatro lo scorso 17 luglio della tragica morte di Anisa Murati. La bambina di sette anni, residente a Demonte, era annegata nel lago balneabile durante una gita con l’estate ragazzi parrocchiale.
Sei indagati per omicidio colposo: insieme a Roberto Manzi, l’imprenditore titolare del bioparco, ci sono il parroco di Demonte don Fabrizio Della Bella, due animatrici dell’estate ragazzi, il responsabile dell’ufficio lavori pubblici del comune di Caraglio Graziano Viale e il direttore dei lavori e progettista della struttura Stefano Ferrari.
La Procura di Cuneo coordina le indagini con il sostituto procuratore Alessia Rosati, che ha nominato consulenti gli ingegneri torinesi Bernardino Chiaia e Stefania Marello. Anche le difese hanno provveduto a incaricare i propri periti. Per don Della Bella è stato nominato l’ingegnere Raimondo Romanazzi, esperto di sicurezza sui posti di lavoro, per una delle due animatrici l’ingegnere ambientale Alessandro Cattaneo. La difesa di Manzi si affida al consulente tecnico ingegner Luca Menardi. Infine il funzionario comunale, che si occupò della gara per l’assegnazione dell’area, e il direttore dei lavori, hanno incaricato rispettivamente l’ingegnere Federico Colacino e l’ingegner Livio Galfrè.
L’area verde del bioparco è stata dissequestrata ad agosto, mentre il lago resta interdetto al pubblico. Nei giorni scorsi il gip Daniela Rita Tornesi ha convertito in sequestro preventivo l’originario sequestro probatorio.