Le fiamme di cui si parla non sono quelle dorate che compaiono fin dall’Ottocento sul berretto dei carabinieri, ma le lingue di fuoco che talvolta provocano veri e propri disastri. Al momento è questa la principale preoccupazione del comando Carabinieri Forestali di Cuneo, come certifica il tenente colonnello Stefano Gerbaldo: “Questo 2022 è l’anno in cui abbiamo avuto il maggior numero di denunciati in provincia, complice l’andamento del clima”.
Le denunce, una cinquantina in tutto, sono quasi raddoppiate rispetto agli anni scorsi. La buona notizia, se così si può dire, è che a differenza di quanto accade a livello nazionale gli episodi colposi superano quelli dolosi. La prassi diffusa degli abbruciamenti, specie se praticata nelle vicinanze dei boschi, talvolta sfugge di mano. Per contrastare questi fenomeni i carabinieri hanno messo in campo da poco una task force di intervento rapido, operativa su tutto il territorio italiano. Un altro aspetto che si sta sviluppando è l’uso dei satelliti, in collaborazione col Cnr e le università.
L’occasione per illustrare questi progressi è stata la presentazione cuneese del calendario 2023 dell’Arma dei Carabinieri. Il comandante dei Forestali è intervenuto assieme al colonnello Giuseppe Carubia, comandante provinciale dell’Arma, proprio perché ai temi ambientali è dedicata questa edizione del calendario, realizzata dallo storico studio pubblicitario Armando Testa. L’assorbimento dei Forestali nel 2017, ha ricordato il colonnello Carubia, ha fatto dei carabinieri “la più grande forza di polizia europea attiva nella tutela ambientale”. L’impegno dell’Arma in questo contesto viene raccontato dagli autori del calendario con dodici storie diverse, una per mese.
Si parte dalla protezione animale, con i casi relativi al mercato nero dei cardellini, all’aquila di Bonelli e agli orsi del Parco Nazionale d’Abruzzo, per poi affrontare i temi del contrasto all’abbandono di rifiuti, la tutela di mari, laghi e fiumi, il diritto al cibo e la lotta contro le sofisticazioni alimentari e i falsi e molto altro ancora. Uno spazio a parte è dedicato all’iniziativa del “bosco diffuso”, portata avanti da alcuni anni in collaborazione con le scuole: grazie ai carabinieri sono già stati messi a dimora oltre 26mila alberi nei vari istituti scolastici, dando a bambini e ragazzi la possibilità di monitorarne la crescita e perfino di quantificare l’ossigeno prodotto.
Nella Granda i Forestali operano su 14 stazioni, più il nucleo investigativo e il comando di gruppo. Tra le attività che li hanno visti maggiormente impegnati in questi mesi c’è la prevenzione degli avvelenamenti. I cani, soprattutto di razza belga malinois, vengono addestrati a riconoscere le esche: un problema che la nostra provincia ha imparato a conoscere, purtroppo, non solo in riferimento ai lupi ma anche nell’ambito di contese tra cercatori di tartufi nelle Langhe. A fare le spese della crudeltà umana è l’intero ecosistema: di recente, in valle Stura, i carabinieri hanno ritrovato perfino un esemplare di aquila avvelenato.
La fusione con il corpo dei Forestali, ha spiegato il comandante Carubia, ha favorito un approccio più attento all’ecologia anche da parte dei militari in servizio nelle varie stazioni. Un esempio è la campagna mirata al controllo sui mezzi impiegati per il trasporto di rifiuti: “Grazie a questa sinergia abbiamo scoperto che molti di questi controlli sono alla portata anche dei ‘normali’ carabinieri”.