C’è una nuova svolta nell’inchiesta sull’omicidio di Nada Cella, la 24enne massacrata nel 1996 nello studio del commercialista presso il quale lavorava, a Chiavari.
Il 6 maggio di quell’anno la giovane, nata nel 1971 a Santo Stefano D’Aveto (Genova), fu ritrovata in fin di vita nell’ufficio di Marco Soracco, al secondo piano del civico 14 di via Marsala. La segretaria venne colpita da un corpo contundente - mai identificato - e lasciata in un bagno di sangue. All’epoca fu indagato e poi prosciolto il suo datore di lavoro. Insieme alla sua gli inquirenti avevano vagliato la posizione di Annalucia Cecere, che in seguito ha lasciato Chiavari per trasferirsi a Mellana di Boves.
Qui ha vissuto da allora insieme al marito Renzo Franchino e ha lavorato per pochi mesi come maestra, presso la scuola elementare di Montaldo e poi nella stessa Boves. La donna, oggi 53enne, è la principale sospettata del delitto che secondo gli inquirenti sarebbe stato commesso per gelosia: la Cecere si era invaghita di Soracco, conosciuto qualche tempo prima, ma quest’ultimo non avrebbe ricambiato le sue attenzioni perché attratto dalla segretaria. In casa gli investigatori dell'epoca avevano trovato alcuni bottoni in un cassetto, uguali a quello ritrovato sotto il corpo della vittima. Bottoni di una giacca maschile che la presunta assassina avrebbe tolto e conservato perché di valore. Due testimoni avevano inoltre sostenuto di averla vista passare da via Marsala, quella mattina, intorno all'ora del delitto.
I vari spunti investigativi sono stati raccolti dalla criminologa Antonella Delfino Pesce e dall’avvocato Sabrina Franzone, incaricata dalla famiglia di Nada di riesaminare il fascicolo, e hanno portato a un’insperata riapertura del “cold case” a un quarto di secolo di distanza. Uno sviluppo propiziato anche dalle più moderne tecnologie di indagine. Già la scorsa estate, a quanto riferisce l’Ansa Liguria, era stato disposto il sequestro dello scooter utilizzato dalla Cecere. Il ciclomotore è lo stesso su cui sarebbe stata avvistata la mattina del delitto: la sospettata lo aveva portato da Chiavari a Boves e custodito in un box. Al momento si trova presso un autosoccorso di Cuneo, dove si attende l’arrivo della Scientifica per l’esame con il luminol e le altre analisi tecniche. Sembrano esserci poi altri nuovi elementi legati ad alcuni profili di Dna femminili e maschili, rinvenuti sulla camicetta della vittima e sulla sedia dell’ufficio, oltre ad un’impronta papillare. Anche questi saranno oggetto dei rilievi affidati al professor Emiliano Giardina, il genetista che arrivò all'Ignoto 1 nel caso di Yara Gambirasio.
Insieme alla Cecere, difesa dall’avvocato Giovanni Roffo, sono indagati anche Soracco e la sua anziana madre. I due, assistiti dall’avvocato Andrea Vernazza, sono accusati di false dichiarazioni al pm per avere mentito sui reali rapporti tra il professionista e l’ex insegnante.