È stata fissata per il 20 novembre l’udienza davanti alla Corte d’appello di Genova per decidere se Annalucia Cecere, 56enne ex maestra residente a Boves in frazione Mellana, dovrà essere processata o meno per l’omicidio di Nada Cella, la giovane segretaria uccisa a Chiavari nello studio del commercialista Marco Soracco, il 6 maggio 1996.
Si tratta forse dell’ultimo atto del “cold case” riaperto tre anni fa grazie alla criminologa Antonella Delfino Pesce, che - al termine delle nuove indagini della Squadra Mobile di Genova - aveva portato la Procura a indicare l’ex insegnante, trasferitasi a Cuneo pochi mesi dopo il fatto, come la probabile assassina di Nada.
Un delitto d’impeto motivato dalla gelosia per un presunto interesse sentimentale di Soracco nei confronti della segretaria, sostiene il pm Gabriella Dotto, che aveva chiesto il rinvio a giudizio anche per il commercialista e la madre, l’ormai 92enne Marisa Bacchioni, con l’accusa di favoreggiamento e false dichiarazioni al pm: sapevano e non dissero nulla, secondo questa ricostruzione.
La Procura ha fatto ricorso dopo la sentenza di non luogo a procedere pronunciata a marzo dal gup Angela Maria Nutini. Quest’ultima riteneva infatti che gli
elementi raccolti contro Cecere fossero insufficienti e contraddittori, con ciò rendendo “inutile” il dibattimento alla luce delle nuove previsioni della legge Cartabia.
Tuttavia, il giudice aveva allo stesso tempo adombrato pesanti sospetti di depistaggio a carico di Soracco e Bacchioni, ipotesi che a suo dire “emerge dagli atti con solare evidenza”. Nei confronti di entrambi, la sentenza di non luogo a procedere era stata pronunciata perché il fatto non costituisce reato. Ora sarà la Corte d’appello di Genova a dire la sua. Se sarà confermata la decisione di primo grado, quello di Nada Cella resterà un omicidio senza un colpevole.