È cominciata a Genova l’udienza preliminare per il delitto di Nada Cella, la segretaria 24enne uccisa il 6 maggio 1996 nello studio del commercialista chiavarese Marco Soracco, dove lavorava.
In aula non è presente nessuno degli indagati: Annalucia Cecere, la 55enne ex maestra di scuola che oggi vive con la famiglia a Boves, è l’unica accusata per il brutale omicidio. Il movente, sostiene l’accusa, è la gelosia nei confronti del datore di lavoro di Nada. Insieme alla Cecere, difesa dagli avvocati Giovanni Roffo e Gabriella Martini, la Procura vuole portare alla sbarra lo stesso Soracco e sua madre, la 91enne Marisa Bacchioni. Sono entrambi accusati di favoreggiamento e false dichiarazioni al pm perché, secondo l’ipotesi accusatoria, avrebbero “coperto” l’assassina pur essendo al corrente della sua identità, per evitare che si scoprisse un presunto giro di soldi. A difenderli è l’avvocato Andrea Vernazza.
In aula c’è invece Silvana Smaniotto, la mamma della vittima, che da quasi ventotto anni attende di conoscere la verità su quanto accadde quella mattina in via Marsala: “Oggi è un giorno triste” ha detto ai cronisti, entrando in tribunale.