Tre condanne in abbreviato per la morte di Bashkim Toska, l’operaio di 59 anni di origine albanese che venne travolto dall’inopinata caduta di un “cassero” in un cantiere edile di Limone Piemonte il 26 febbraio 2020. Toska, residente in provincia da un anno, morì il successivo 28 febbraio in seguito ai gravissimi traumi riportati.
All’esito dell’udienza preliminare del processo, martedì 6 settembre il Tribunale di Cuneo nella persona del gup Cristiana Gaveglio ha comminato le prime condanne. Tre persone erano chiamate a rispondere in concorso del reato di omicidio colposo, con l’aggravante di essere stato commesso in violazione delle norme antinfortunistiche. Il sostituto procuratore Carla Longo, al termine delle indagini preliminari, aveva chiesto il rinvio a giudizio per sette persone: R. C., 69 anni, di Cervasca, in qualità di responsabile dei lavori per la sicurezza e di coordinatore per la sicurezza in fase di progettazione ed esecuzione della società Lim-one srl di Cuneo, l’impresa committente che aveva appaltato i lavori; F. S., 58 anni, di Boves, quale capo commessa e coordinatore di cantiere della società Fantino Costruzioni di Cuneo, l’impresa a cui era stato appaltato e quindi esecutrice dell’intervento; M. C., 43 anni, di Roccasparvera, caposquadra della Fantino. Più altri quattro tra imprenditori e lavoratori di origini albanesi, connazionali della vittima: A. K., 46 anni, di Centallo, il legale rappresentante dell’impresa Edil 2014 a cui la Fantino aveva subappaltato la realizzazione dei muri in cemento armato; Ferdinand Buzukja, 34 anni, residente anche lui a Centallo, in qualità di socio amministratore della stessa Edil 2014; Arben Buzukja, 46 anni, sempre di Centallo, operaio di quest’ultima ditta; infine, Jetmir Kovacaj, 38 anni, di Cuneo, il rappresentate legale della Fratelli Kovacaj srl, l’impresa per la quale la vittima lavorava e a cui erano stati a sua volta subappaltate da Edil 2014 altre opere di muratura.
Tre di questi, Ferdinand e Arben Buzukja e Kovacaj, il datore di lavoro di Toska, hanno chiesto il rito abbreviato e il giudice, accogliendo in larga parte le richieste del sostituto procuratore, li ha condannati, rispettivamente, alla pena di due anni e quattro mesi, un anno e quattro mesi e due anni di reclusione: nella lettura del dispositivo non si è fatto cenno alla sospensione condizionale di cui, trattandosi di pene pari o sopra i due anni, Ferdinand Buzukja e Kovacaj non avrebbero diritto di beneficiare. Bisognerà dunque attendere in merito il deposito della sentenza, entro 90 giorni. Il gup ha inoltre stabilito a carico dei tre condannati una provvisionale per complessivi 115mila euro per il risarcimento delle parti civili costituite, 80mila euro per la moglie e i due figli dell’operaio, 35mila per uno dei suoi cinque fratelli i quali, per essere assistiti, si sono affidati, attraverso la consulente legale dottoressa Sara Donati, a Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, con la collaborazione per la parte strettamente penale dell’avvocato Giulia Gai del Foro di Asti. Oltre al pagamento delle spese processuali. La dott.ssa Gaveglio ha altresì dichiarato il non luogo a procedere per il caposquadra della Fantino, C. S., e invece disposto il rinvio a giudizio per gli altri tre imputati che hanno scelto il rito ordinario, e quindi di affrontare il processo: dovranno comparire avanti il giudice della sezione penale del Tribunale di Cuneo, Marco Toscano, nell’udienza fissata per il 6 dicembre 2022 alle ore 9.