MONTEROSSO GRANA - Pascoli "fantasma" per truffare l'UE: due aziende cuneesi coinvolte nell'operazione della Guardia di Finanza

Le indagini condotte dalle Fiamme Gialle di Pescara hanno smascherato un'organizzazione criminale che dal 2014 avrebbe intascato indebitamente milioni di euro di fondi pubblici

Redazione 26/09/2023 16:24

Anche due aziende della provincia di Cuneo sono coinvolte nella maxi operazione “Transumanza”, condotta in diverse regioni italiane dalla Guardia di Finanza di Pescara, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura dell’Aquila. Le Fiamme Gialle hanno smascherato un’organizzazione criminale che dal 2014 in poi avrebbe intascato milioni di euro di fondi pubblici messi a disposizione dall’Unione Europea per pascoli che in realtà erano inesistenti. Sono in totale 75 i soggetti e gli enti coinvolti, con 25 misure cautelari personali, 16 perquisizioni e sequestri preventivi in esecuzione, anche grazie ai mezzi aerei del Reparto Operativo Aeronavale di Pescara: le regioni coinvolte, oltre al Piemonte, sono Abruzzo, Puglia, Trentino Alto Adige, Lombardia, Veneto, Liguria, Emilia Romagna, Lazio e Campania, per un giro di affari illecito su cui si sospetta anche la mano della “mafia foggiana”, visto il coinvolgimento di affiliati alle organizzazioni criminali del Gargano.
 
Due, come detto, le aziende cuneesi coinvolte nell’operazione: una ha sede a Monterosso Grana, l’altra a Briga Alta. La titolare è una donna di nazionalità brasiliana, colpita dalla misura di interdizione di esercizio di impresa. Le Fiamme Gialle riferiscono di accertamenti in corso anche presso una terza azienda, nel Comune di Marene.
 
Le indagini, svolte in collaborazione con il Gruppo Investigativo Criminalità Organizzata del Nucleo PEF di L’Aquila ed il Nucleo Speciale Spesa Pubblica e Repressione Frodi Comunitarie, sono durate due anni. I finanzieri hanno effettuato acquisizioni documentali, intercettazioni di oltre 100 mila conversazioni, 8 mila interrogazioni alle banche dati ed accertamenti bancari su più di 270 conti correnti.
 
Il pool investigativo accertato, come detto, l’esistenza di un sodalizio criminale dedito alla perpetrazione, con l’aggravante mafiosa, di frodi a danno del bilancio nazionale e comunitario, che sarebbero state attuate mediante indebite richieste di contributi per il Fondo Europeo Agricolo di Garanzia (F.E.A.GA) nel settore della Politica Agricola Comune (PAC). Per truffare Bruxelles l’organizzazione, operativa dal 2014, di cui farebbero parte tredici persone, avrebbe simulato il possesso dei requisiti necessari per ottenere la disponibilità di terreni e di corrispondenti titoli PAC, rilasciati gratuitamente dalla Riserva Nazionale dei Titoli ai nuovi giovani imprenditori agricoli.
 
Secondo gli investigatori, le nuove imprese agricole fittizie sarebbero state in combutta con altrettante società cooperative agricole o associazioni temporanee di imprese, costituite per fare incetta di migliaia di ettari di terreni la cui concessione ad uso civico veniva messa a bando dai Comuni. Le frodi accertate dai finanzieri ammonterebbero a circa 5 milioni di euro. Somme sequestrate a 24 imprese agricole e 38 soggetti, accusati, a vario titolo, di autoriciclaggio, reimpiego di proventi illeciti, ricettazione, truffa aggravata ai danni dello Stato e per il conseguimento di erogazioni pubbliche.
 

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