CUNEO - Passatore, il vicino lo accusava di avergli lanciato un mattone mentre guidava il trattore: il giudice lo assolve

Il 61enne è in pessimi rapporti con l’autore della denuncia, che riferì ai poliziotti di essere stato colpito da un lancio arrivato dall’altra parte del muro divisorio

a.c. 04/03/2021 18:54

 
Non è bastata la testimonianza della parte offesa, un 57enne residente a Passatore nel comune di Cuneo, per far condannare il vicino di casa da lui accusato di lesioni aggravate e danneggiamento.
 
Tra i due i rapporti sono pessimi da tempo: a carico dello stesso imputato pendono di fronte al tribunale di Cuneo altri due procedimenti, uno per l’installazione di una telecamera abusiva e l’altro per aver arrecato danni ecologici alla proprietà confinante. Il mattino del 4 febbraio 2019 l’autore della denuncia si trovava a bordo del suo trattore spazzaneve quando era stato colpito da un mattone. Il violento lancio aveva provocato lo sfondamento del parabrezza e una vistosa ferita alla testa per il guidatore, che era scappato a piedi abbandonando il trattore e chiedendo l’intervento della polizia. Giunti sul posto, gli agenti avevano constatato che la maggior parte dei vetri si trovavano all’interno del veicolo. Sopra al cruscotto e sul telaio del trattore erano stati rinvenuti due pezzi di calcestruzzo, compatibili con i materiali del muro diroccato che divide la proprietà della vittima da quella del vicino.
 
Quest’ultimo, il 61enne B.B., era stato indicato da subito alle forze dell’ordine come l’autore del lancio: il ferito affermava di averlo visto issarsi sul muro e scagliare con forza il mattone. Una circostanza che l’accusato ha sempre smentito, sostenendo che a causa della grave sindrome da tunnel carpale di cui soffre non sarebbe nemmeno stato in grado di arrampicarsi e lanciare. Il 61enne afferma di essere stato lui a ricevere in testa alcuni mattoni quando la benna del trattore guidato dal suo vicino aveva toccato il muro, ragion per cui ha poi denunciato l’altro uomo al giudice di pace. A sostegno delle sue parole è giunta la testimonianza di un suo amico, presente insieme a lui quel giorno: “Mi sono sentito chiamare e ho visto B.B. inginocchiato a terra, con il sangue che scendeva da un orecchio. La benna era dall’altra parte del muro e c’erano alcuni mattoni a terra. Siamo saliti in auto e ci siamo diretti verso il Pronto soccorso, incrociando una volante della polizia in direzione opposta”.
 
Dopo aver ascoltato il teste difensivo, il pubblico ministero Alessandro Borgotallo ha comunque ribadito la richiesta di pena già formulata, pari a sette mesi di reclusione: “I poliziotti non hanno mai parlato di materiali inerti provenienti dalla benna e il fatto che non si siano fermati vedendo arrivare una volante prova che la vicenda non è andata come sostiene la difesa”. Analoghe considerazioni sono state svolte dall’avvocato di parte civile, Pier Carlo Botto: “Abbiamo prova che l'oggetto è arrivato sul trattore colpendo il guidatore. Gli agenti hanno confermato che proveniva da quel muro divisorio, mentre sul terreno innevato non c’erano tracce di mattoni nella proprietà di B.B.”.
 
Per il difensore dell’imputato, l’avvocato Fabrizio Di Vito, “il fatto che B.B. e l’amico abbiano incrociato l’auto della polizia senza fermarla non prova nulla, non potevano pensare che gli agenti fossero lì perché chiamati dal vicino”. Oltre a ribadire l’impossibilità fisica per il suo assistito di effettuare un lancio del genere, il legale ha sottolineato la rilevanza del testimone a discarico.
 
Il giudice Emanuela Dufour, al rientro dalla camera di consiglio, ha assolto B.B. per non aver commesso il fatto.

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