CUNEO - Pensioni ‘gonfiate’, i sindacalisti Snals si difendono: ‘Nessuna irregolarità nei nostri compensi’

Quattro ex docenti del sindacato autonomo sono accusati di aver percepito retribuzioni fittizie. La replica: ‘Erano forfait per le attività elettorali e i viaggi'

a.c. 17/06/2019 12:21


Nessuna irregolarità nei compensi dello Snals, sostengono i quattro sindacalisti a processo davanti al tribunale di Cuneo per truffa aggravata ai danni dell’Inps, costituitosi come parte civile.

Agli ex docenti distaccati presso il sindacato autonomo della scuola la pm Carla Longo contesta di aver percepito indebitamente diverse migliaia di euro in più sulle pensioni attraverso una maggiorazione fittizia degli stipendi negli ultimi mesi di lavoro. I quattro imputati sono figure storiche della rappresentanza sindacale nella Granda: le professoresse G.D. e C.B. sono state segretarie provinciali dello Snals, il professor P.R. è tuttora coordinatore nazionale del settore primario e il professor M.C. è stato a lungo segretario amministrativo della stessa sigla. Per questo tutti loro hanno usufruito di distacchi sindacali dai primi anni Ottanta fino al raggiungimento della pensione.

Oggi in udienza hanno presentato dichiarazioni spontanee negando che vi sia mai stato qualsiasi illecito: le maggiorazioni contestate dalla Procura sarebbero in realtà compensi forfettari onnicomprensivi che la segreteria dello Snals aveva attribuito in considerazione delle ore di straordinario, del lavoro svolto a casa e delle trasferte in regione per attività sindacali e in particolare per quelle legate al rinnovo delle RSU scolastiche e dell’ENAM (l’ente di assistenza dei maestri elementari).

Le retribuzioni venivano saldate spesso a distanza di tempo, a seconda delle disponibilità finanziarie del sindacato. Una gestione senz’altro molto flessibile ma non certo ‘allegra’, sostengono gli ex insegnanti: le contribuzioni aggiuntive sarebbero state effettuate in conformità con quanto prevede il decreto 564 del 1996 che regola compensi e trattamenti pensionistici dei sindacalisti.

“La legge stabilisce che i distaccati possano godere di questa contribuzione aggiuntiva senza specificare né come né quanto né in che modo: ammetto che possa sembrare strano ma è così” afferma G.D., in carica come segretaria provinciale dal 2008 al 2017. Riguardo alle tempistiche dei pagamenti, la professoressa si è giustificata ricordando che sono soprattutto i sindacati piccoli a “essere costretti ad arrabattarsi e pagare i dipendenti quando è possibile: non sarebbe giusto discriminarci per questo rispetto alle grandi sigle”.

Dal canto suo M.C., che nella sua carica di segretario amministrativo ha svolto le funzioni di tesoriere nel periodo dei rimborsi presuntamente ‘gonfiati’, ha confermato che tutti i pagamenti erano stati effettuati in cambio di servizi effettivamente prestati da lui e dagli altri accusati. Lo stesso tesoriere avrebbe provveduto ad autorizzarli e documentarli davanti al consiglio provinciale dello Snals, dopo il controllo dei sindaci e l’approvazione della segreteria: “Il bilancio dello Snals è un bilancio interno, non pubblico, rivolto agli iscritti e da essi approvato: non può quindi essere considerato analogo al bilancio di una società”.

La prossima udienza è in calendario per il 16 settembre.

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