Solo l’intervento degli altri ospiti della struttura di accoglienza avrebbe impedito che la lite tra due richiedenti asilo provenienti dall’Africa subsahariana degenerasse in modo violento, nel momento in cui H.E. aveva afferrato un grosso coltello da cucina con l’intento di vendicarsi di uno ‘sgarbo’ subito dall’altro.
A ricostruire in tribunale i fatti avvenuti nel marzo 2017 è stato il maresciallo maggiore Andrea Palazzolo, comandante dei Carabinieri di Peveragno che erano intervenuti presso i locali dell’Associazione senegalese per lo sviluppo e la solidarietà. Quella domenica mattina non erano presenti sul posto né il responsabile della struttura né i mediatori culturali, perciò i militari si erano rivolti a uno dei richiedenti asilo più pratici con la lingua italiana per capire cosa fosse successo.
Stando alle testimonianze, H.E. sarebbe stato colpito al volto da uno dei suoi compagni in seguito a un banale diverbio sull’uso del bagno comune. In preda alla collera, l’uomo si sarebbe recato in cucina e avrebbe afferrato un coltello affermando di voler ‘farla pagare’ al suo aggressore.
Nel tentativo di frenare l’impeto di H.E., un altro immigrato presente - estraneo alla lite - era stato ferito a una mano e trasportato in ospedale dal personale sanitario del 118. Gli uomini dell’Arma avevano poi raccolto la sua deposizione in caserma così come quella dei due protagonisti della zuffa.
Al momento tutti e tre i protagonisti del misfatto risultano irreperibili, sebbene l’imputato figuri tuttora domiciliato a Peveragno. Il giudice ha quindi rinviato il processo al 26 marzo 2020, in attesa che vengano ultimate le ricerche sui testimoni.